Immigrati, Maroni: la Lombardia non avrà un Cie a Malpensa

Finita l’era dei barconi, gli irregolari ora arrivano con l’aereo. Ma il ministro dice no al nuovo centro d’espulsione per Milano

Immigrati, Maroni: 
la Lombardia non avrà 
un Cie a Malpensa

L’epoca dei barconi che attraccano a Lampedusa è finita. I nuovi flussi di immigrati irregolari ora passano per Malpensa. E l’aeroporto si sta attrezzando per contenere il fenomeno e combattere la clandestinità. A lanciare l’allarme sulla nuova via d’ingresso dei non regolari è il ministro dell’Interno Roberto Maroni: "I controlli sulle coste libiche hanno chiuso le rotte e quest’anno non è arrivato più nessuno a Lampedusa. La frontiera aerea invece è più insidiosa". Il vicesindaco Riccardo De Corato avanza la proposta di aprire un Cie (centro di identificazione ed espulsione) a Malpensa: "La lotta alla clandestinità senza un numero sufficiente di Cie - sostiene - è una battaglia contro i mulini a vento". Ma il ministro lo stoppa e detta la linea: "La priorità - spiega - è avviarne un Cie in ogni regione che non ce l’ha, dal Veneto alla Toscana, dalle Marche alla Campania".
A Malpensa il primo passo per frenare i flussi migratori illeciti via aria è il monitoraggio dei dati. È stato appena concluso il primo studio sull’argomento, promosso da Sea, la società che gestisce lo scalo, e firmato da Giulio Sapelli, docente all’università Statale. Un metodo di lavoro che il ministro Maroni presenterà a ottobre alla Commissione europea "per estenderlo anche negli altri aeroporti del continente allo scopo di presidiare i punti di accesso mentre si sta allargando l’area Schengen".
La ricerca rileva che dal 2006 al 2009 il numero dei respingimenti è calato da 4mila a 780 casi: non solo per il minor traffico aereo ma anche per l’aumento dei controlli. Nel 2007 sono stati registrati 2.750 fuori regola, 1.400 quelli nel 2008. Dal 2005 al 2009 i luoghi da cui sono arrivati più irregolari sono il Marocco, l’Egitto, la Turchia e vari paesi del Sud America. Negli ultimi tre anni sono stati rintracciati 545 documenti falsi, di cui 213 nel 2009. Le inchieste della magistratura hanno ricostruito anche i metodi con cui i clandestini riescono ad evitare i controlli: gli organizzatori dei viaggi illegali sono soliti modificare l’itinerario velocemente e, da qualche tempo a questa parte, sono avvantaggiati dalla possibilità di comprare biglietti low cost e cambiare i piani direttamente on line. "Un aeroporto delle dimensioni di Malpensa - spiega il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi - rappresenta una vera e propria città, con fenomenologie particolari, come possono essere quelle legate all’immigrazione clandestina, che rappresentano una sfida importante per il buon funzionamento dello scalo".


Controllare il flusso degli irregolari vuol dire, secondo il ministro Maroni, tenere sott’occhio anche i grandi traffici terroristici internazionali e aumentare la sicurezza dei passeggeri. A organizzare i viaggi aerei clandestini, a fornire i documenti e i visti falsificati sono infatti le grandi organizzazioni illegali: reti illecite che muovono enormi capitali di denaro in nero.

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