Immobiliare I tempi lunghi di Fimit fanno saltare l’integrazione con Pirelli Re

Dopo il fidanzamento, il matrimonio salta: Pirelli Re e Fimit non si fonderanno. «Il percorso di integrazione non è risultato compatibile nei tempi con il piano di sviluppo di Pirelli Re e con il processo di riorganizzazione di Fimit», si legge in una nota congiunta. L’anello d’argento era arrivato lo scorso 12 novembre, le due società annunciavano di avere allo studio la fusione che avrebbe dato alla luce il primo gestore italiano di fondi immobiliari con 10,3 miliardi di asset gestiti (5,7 miliardi di Pirelli Re e 4,6 di Fimit). Fimit nel tempo è diventata la cassaforte dei più importanti enti previdenziali italiani e ora per il 30,7% è controllata dall’Indap, il 18% è in mano Fimit Sarl (fondo Lussemburghese), il 19% all’Enpals (ente pensioni attori), il 17% è detenuto dal management, il 10% è dell’Enasarco (fondo pensioni degli agenti di commercio), il 5% dell’Inarcassa (Cassa dei professionisti ingegneri e architetti), il rimanente è in mano a piccoli soci. Una platea di troppi azionisti, difficile da mettere d’accordo: i lunghi tempi, i loro problemi all’interno dell’organizzazione e l’assenza di unità di vedute, infatti, sarebbero la causa della mancata integrazione. I piani della Bicocca, comunque, non cambiano. La capogruppo «Pirelli (58% di Pirelli Re, ndr) prosegue a focalizzarsi sulle attività industriali, portando avanti la separazione di quelle immobiliari che dovrebbe concludersi entro l’anno», si legge nella nota.

Pirelli Re, risanata con la ristrutturazione avviata da Tronchetti Provera e conclusasi nel 2009 con un nuovo modello di business e una maggiore solidità patrimoniale, verrà scorporata, con o senza nuovi partner immobiliari, mentre la capogruppo Pirelli si focalizzerà sugli pneumatici grazie al piano già presentato al mercato.

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