Il caso dei magazzini Ikea bruciati ben tredici anni fa in viale Fulvio Testi allangolo con via Gorki è certamente un caso eclatante. Ma non certo per il fatto in sé, perché l'azienda vive in bella salute in altre parti attorno alla città, ma perché a questa incredibile distanza di tempo i ruderi di quell'incendio sono ancora lì, in abbandono e in mostra a chi percorre la via Fulvio Testi, in una zona che vede attorno negozi, case e scuole come l'istituto omnicomprensivo provinciale frequentato ogni giorno da ben tremila studenti.
Uno spettacolo davvero indecoroso, dove tutto è in completa rovina e una semplice e dissestata cancellata (una rete metallica piegata e chiusa da una catena di ferro con un lucchetto arrugginito) fa da barriera, non certo di sicurezza, se nell'inverno scorso all'interno dell'edificio, se così possiamo chiamarlo data la quantità di rifiuti, vi furono trovati due morti per droga e per il freddo. Ora è impensabile che nessuno si prenda l'incarico di obbligare la proprietà di oggi a demolire definitivamente l'edificio, a costruirvi qualcosa d'altro, o di destinare la zona a verde o a altre soluzioni. Ecco un esempio di degrado, che poi viene messo in risalto dopo anni da stampa e amministratori, come se si trattasse di un deterioramento avvenuto da poco tempo.
Sono situazioni che vanno oltre ogni misura, se non altro per la zona così trafficata, e non sono certo di buon insegnamento anche per la popolazione scolastica che vi gravita accanto. Un segnale di incuria a cui la città e la sua amministrazione non hanno ancora risposto. Sebbene dal giorno dellincendio siano trascorsi, non pochi mesi, ma tredici interminabili anni.
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