Indagine (editoriale) sui detective dimenticati di Georges Simenon

Dopo l'ultima raccolta delle inchieste di Maigret, arriva il lancio degli altri investigatori inventati dall'autore belga

Indagine (editoriale) sui detective dimenticati di Georges Simenon

Chiamatelo pure, visto che parliamo di noir , polizieschi e gialli, «il terzo uomo». Però sappiate che non si tratta di un uomo qualsiasi, bensì di Simenon. Anzi, del «terzo Simenon». Che poi, a guardar bene nella sua biografia, è addirittura precedente al primo...

Quando Georges era ragazzino, non esistevano ancora i supereroi. Esistevano però gli eroi, e il «suo» si chiamava Joseph Josephin, alias Rouletabille, il giornalista-detective inventato da Gaston Leroux. Divorava le sue avventure e si vestiva come lui. Non solo, a sedici anni scrisse sulla Gazette de Liège relazionando in merito alle conferenze del criminologo Edmond Locard. Poi, diciannovenne, nel '22 progetta di firmare, a quattro mani con un collega, un polar umoristico, Le Bouton de col , sorta di parodia di Sherlock Holmes. Ma non se ne fa nulla. Rimangono oltre 140 fogli, fra manoscritti e dattiloscritti, giacenti alla Fondazione Simenon a Liegi, impubblicati. Forse perché impubblicabili. «Ho cercato di rileggerlo, ma non sono arrivato alla fine della quarta pagina - dichiarò Simenon in un Dictée del 1972 -. Se tra i manoscritti che mi inviano, ne trovassi uno così brutto, mi sentirei in dovere di rispondere all'autore di dedicarsi a qualsiasi mestiere, foss'anche lo spazzino, ma in nessun caso di darsi alla letteratura, nemmeno a quella umoristica...».

Eppure il terzo Simenon nasce proprio lì. Il Simenon stretto parente di quello di romanzi magistrali come Il piccolo libraio di Archangelsk , Cargo , In caso di disgrazia , L'uomo che guardava passare i treni e decine e decine di altri, e di quello targato Maigret. Il terzo Simenon abbraccia una vastissima produzione, spesso celata da pseudonimi, che accompagna quella degli altri due. Ci sono le 17 (diciassette, come minimo) tappe di avvicinamento al celebre commissario illustrate da Francis Lacassin in La vera nascita di Maigret , poi c'è Sancette, e G7, e Le petit docteur , e i dossier dell'Agenzia «O»...

«Nell'Agenzia “O” c'è un marcato côté umoristico», dice Ena Marchi, grande studiosa di tutti e tre i Simenon e sicuro approdo per ogni iniziativa di Adelphi che li riguarda. È lei la chiave che prossimamente ci aprirà la porta della terza ideale sala dell'immensa biblioteca Simenon, quella meno nota ai lettori italiani. Ne avevamo bisogno, visto che la pubblicazione de “I Maigret”, i tomi che contengono cinque romanzi l'uno, prosegue a ritmo sostenuto (siamo già all'ottavo), e visto che a metà aprile uscirà l'ultimo volume dedicato ai racconti, Un Natale di Maigret , che prende il titolo dal racconto più lungo, quasi un romanzo breve, entrato nel nostro canone televisivo in quanto è fra i 16 sceneggiati diretti da Gino Landi negli anni Sessanta e Settanta, con l'immenso Gino Cervi nel ruolo del protagonista. «Pensi che per alcune di quelle bellissime produzioni Rai feci anche la figurante, quando giravano a Napoli...», ricorda la signora Marchi.

Ma la nostalgia ha un buon sapore soltanto quando viene assunta a piccole dosi. Poi occorre scacciarla con qualche gustosa novità. Nello specifico, tornare al terzo Simenon. «Ecco, in autunno partiremo con alcune inchieste di G7, fra cui La Nuit des sept minutes e L'Énigme de la “Marie-Galante” , inediti in Italia. Poi avremo i dossier dell'Agenzia “O”, e “Le petit docteur”, di cui uscirono dieci racconti negli anni '60 dal Club degli editori, e il giudice Froget. Per trovare sue tracce occorre risalire addirittura al 1934, nei Gialli Economici Mondadori».

Insomma, un'operazione di recupero e rilancio in grande stile per un autore che, come l'inesauribile Shéhérazade, non finisce mai di raccogliere e archiviare frammenti di una novecentesca commedia umana. Una commedia che a volte diventa anche, pur se non quanto Le mille e una notte , favola. Lo vediamo benissimo proprio nel volume in arrivo. In Un Natale di Maigret non è in fondo una favola quella che vive, costretta a letto con una gamba ingessata dopo una brutta caduta, la piccola Colette? È la notte della vigilia quando la bambina si sveglia e intravede Babbo Natale che sta facendo un buco nel pavimento, senza dubbio per portare regali anche agli altri bambini. Poi il visitatore se ne va, non prima di averle donato una bambola. Per Colette il caso è chiuso prima di aprirsi. Per Maigret (e per la sua signora), interpellato da una strana coppia di donne, la zia della bimba facente (male) le funzioni di mamma e un'invadente vicina di casa, si alza il sipario su un interno familiare di struggente anormalità.

Gli altri due racconti qui presentati, Nessuno ammazza un poveraccio e Il cliente più ostinato del mondo , potremmo invece chiamarli... esterni familiari. Da una parte la doppia, tripla, quadrupla vita di un mite impiegato; dall'altro un singolare intreccio fra le vicende di due gemelle, che a quanto pare ha lasciato il segno nel cuore di Maigret. «Ma la storia di cui avrebbe parlato più volentieri era quella dei due caffè di boulevard Saint-Germain.

E benché in quell'inchiesta non avesse avuto grandi meriti investigativi, non poteva fare a meno di rievocarla con un sorriso compiaciuto e soddisfatto».

Pensando soprattutto ai bianchini bevuti in compagnia di Janvier e all'assurdità della vita, basilare ingrediente del primo, del secondo e del terzo Simenon.

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