Milano, inferno Palasharp

Una vera e propria zona franca a Milano dove si registra un via vai insolito di ragazze. E dove la polizia non può entrare

Milano, inferno Palasharp

L’area dell'ex Palasharp è diventata una vera e propria zona franca del degrado e totalmente fuori controllo; è Tullio Trapasso a lanciare l'allarme, presidente del Comitato Anti-Racket e Anti-Abusivismo e membro del team “Anti Trash”, da anni attivo nell’individuare, documentare e denunciare zone degradate e attività illecite a Milano.

Trapasso e un cameramen penetravano intorno a mezzogiorno di giovedì all’interno della struttura del Palasharp passando per un ingresso nei pressi dell’entrata 5 e ciò che si trovavano davanti è una vera e propria bolgia del degrado, con numerosi immigrati irregolari che bivaccano e pernottano all’interno.

Da una parte ci sono i maghrebini che si sono arrangiati con delle tende e utilizzano un’entrata; più internamente alla struttura ci sono gli africani sub-sahariani che vivono in stanze con tanto di porte in alcuni casi chiuse con lucchetti e che utilizzano un altro ingresso.

In una delle stanze occupate dai sub-sahariani Trapasso e il suo cameraman sorprendevano un immigrato che dormiva assieme a una ragazza plausibilmente italiana, entrambi in una condizione di totale degrado. Altri irregolari, alla vista della telecamera, fuggivano coprendosi il viso.

L’odore all’interno della struttura è fortissimo e ovunque è possibile trovare resti di cibo, bibite, bottiglie di birra vuote, biciclette rotte, parecchi panni stesi sulle recinzioni e rifiuti di ogni genere.

Trapasso riferiva di aver visto diversi sub-sahariani girare armati con il coltello nella cintura e gli stessi maghrebini gli avrebbero consigliato di non inoltrarsi nella zona sub-sahariana in quanto pericolosa.

Non solo, Trapasso e i suoi ragazzi si recavano al Palasharp anche di notte per osservare la situazione e notavano altri elementi interessanti:

“Essendo stato con i ragazzi anche in notturna, ho visto un viavai di giovani e ragazze che entravano dentro la struttura agevolati da diversi sub-sahariani. Nello specifico essendo stati in appostamento quasi fino al mattino possiamo testimoniare che le ragazze si intrattenevano all'interno per molto più tempo degli altri”.

A questo punto è legittimo e doveroso chiedersi come sia possibile tollerare la presenza di una vera e propria “zona franca” del degrado a Milano, tra l’altro a poche centinaia di metri dal Parco “Monte Stella” e dalla stazione dei bus e della metropolitana di Lampugnano.

Un’area che da tempio dello sport e dello spettacolo si è trasformata in una bolgia infernale.

È poi inutile inorridire per fatti come l’omicidio di Desirèe Mariottini a Roma quando poi si lasciano proliferare luoghi del genere dove tutto può accadere, perché tanto lì nessuno vede niente. È dunque forse il caso che le autorità intervengano prima che sia troppo tardi, come già successo con Desireè al quartiere romano di San Lorenzo o allo “stabile abbandonato degli orrori” di Ancona.

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