Anche per il settore della mobilità è tempo di prendere nuove strade. Innovazione e sostenibilità sono ormai un dato acquisito, e il post pandemia sarà il momento in cui definitivamente cittadini, aziende e istituzioni si troveranno in un mondo in cui le abitudini saranno cambiate. E in cui i sistemi digitali, così come i sistemi integrati, saranno protagonisti di nuove forme di utilizzo dei mezzi con cui spostarsi. Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia, sta lavorando da tempo su questo nuovo scenario: «E di sicuro assisteremo sempre di più a uno spostamento del centro città in più centri in cui le persone vivranno. Sia all'interno delle metropoli, chein realtà più piccole».
È la «15 minutes city».
«Il trend è inevitabile: tutti i servizi a un massimo di 15 minuti di distanza. Per esempio a Milano continuano a sorgere nuovi quartieri moderni e con tutto a portata di mano. È chiaro che anche la mobilità dovrà evolvere».
In che modo?
«Avere sempre più centri che includono lavoro, casa, scuole, comporta esigenze diverse per chi si sposta. Fino a qualche tempo fa si assisteva a un traffico che andava la mattina in una direzione e la sera in un'altra. Adesso per andare al lavoro comporterà magari un tragitto breve. E l'auto privata non sarà il mezzo più conveniente».
Qual è la soluzione?
«Un sistema multimodale in una città orientata alla mobilità. Che continuerà a svilupparsi sul concetto di mobilità e non al contrario».
E Uber come sarà protagonista?
«Offriamo già opzioni di mobilità differenziate: smart, on demand, basate su app. Così da permettere alle persone di utilizzarle con estrema facilità, convenienza e flessibilità. Questa mobilità innovativa e condivisa continuerà a crescere in modo esponenziale. E con la possibilità di pagamenti digitali immediati che vanno incontro in modo bilanciato alle diverse richieste».
In questo senso il DL concorrenza sta finalmente aprendo a nuove possibilità di servizi.
«Non spetta a Uber giudicare l'iniziativa del governo, ma crediamo valga la pena segnalare che in Europa, in mercati con regole diverse dall'Italia. il settore del trasporto è dalle 3 alle 7 volte più grande, in termini di utenza, lavoro e servizi connessi. Qualunque sarà il futuro dell'Italia, noi continueremo a investire e a voler essere un partner dei cittadini, delle città e di tutto il settore del trasporto».
Serve una mano anche i sindaci.
«Città e amministrazioni locali sono i protagonisti del cambiamento. Il lockdown ha mostrato quanto spazio urbano sia divorato dai mezzi privati. Molti di questi cambiamenti rimarranno, per fortuna mi permetto di aggiungere. L'effetto collaterale del Covid è aver messo in crisi il trasporto di linea evidenziando la necessità di una democratizzazione dei servizi on demand».
In che senso?
«Durante la pandemia chi si doveva spostare per lavoro, ha fatto affidamento in modo consistente a servizi di ridesharing. Ed è qui che Uber ha voluto studiare il cambiamento, forse definitivo, delle città».
Come?
«Uber ha condotto tramite una società una ricerca in 4 città degli Stati Uniti e in 4 a livello globale per capire meglio dove, come, quando e per quali motivi le persone si sono affidate al ridesharing. È emerso che il nostro servizio ha soddisfatto in particolar modo le esigenze dei cittadini con un reddito basso. Per cui l'app Uber è stata un mezzo di trasporto essenziale. Integrando il servizio pubblico».
È dunque il prossimo obiettivo.
«Abbiamo dimostrato di poter essere un alleato affidabile del trasporto pubblico.
L'integrazione di questo servizio nella nostra app in molte città conferma che la collaborazione porta a un mondo più sostenibile. Il nostro competitor è l'auto privata: i dati dimostrano che il traffico sta tornando a livelli pre Covid. È il momento di agire insieme per cambiare le abitudini delle persone. Uber, come detto, è pronta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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