Inter da leggenda, "missione compiuta"

Milito regala ai nerazzurri la terza Champions. Mourinho in lacrime per l'addio capolavoro e il trionfo di Moratti.  Ma Mou se ne va: "Ora voglio una sfida Real". Solo applausi al Massimo dei Moratti che dice: "Grato a José, ci ha insegnato a vincere". Grazie Mou, ora l'Inter è grande. Milito da principe e re: "Sto benissimo a Milano...". Alba di festa a San Siro - Guarda le foto

Inter da leggenda, "missione compiuta"

nostro inviato a Madrid

Tutti in piedi, passa l’Inter. Triplete, tre tituli, un solo Milito. Meraviglioso principe di questo sogno interista: ci voleva uno stadio Real per incastonare l’incanto di un popolo e l’incantesimo di uno straordinario goleador che ha inondato delle sue meraviglie la notte di Madrid. Milito eppoi l’Inter. Mourinho avrà fatto il suo, d’accordo, ma andatelo a spiegare come si fa a vincere senza un centravanti così. L’Inter ha coronato il sogno, l’avevano chiesto i tifosi: accontentati! Veder le tribune del Bernabeu era una stretta al cuore per qualunque amante dello sport. Non parliamo di tifo pro o contro, parliamo della bellezza di una storia. E l’Inter l’ha onorata. Squadra che ormai conosce perfettamente il suo cuore e il suo motore.
Il Bayern è stato quel che sapeva essere: squadra monocorde, provvista di qualche guizzo e tanta forza fisica. L’Inter era sulla carta, e lo è stata sul campo di più, molto di più. Forse salvata dall’arbitro che, dopo 16 minuti, ha chiuso gli occhi su una smanacciata di Maicon. Era un rigore grande come il fustacchione brasiliano. Poteva essere determinante, ma quest’anno va così. Va l’Inter e soprattutto vanno i suoi solisti-coristi. Sneijder e Milito si sono fatti compagnia, là davanti, e dopo qualche assaggio hanno capito che la carne dei centrali tedeschi era tenera, tenera, ed hanno acchiappato l’attimo fuggente. Uno spettacolare contropiede lanciato da Julio Cesar, proseguito da Milito, e rifinito da Sneijder per l’argentino, è stato il capolavoro della partita. Il doppio dribbling del principe, pescato da Eto’o, con marchio doc sulla conclusione, è stato l’acuto d’autore. Poi ci sono state le parate rassicuranti di JC, l’incessante giocare di Cambiasso e Zanetti, anche qualche gol sbagliato.
Partita bella nei particolari, nelle giocate da campioni, un po’ monotona nelle strategie, quasi mai imprevedibile. Un po’ crudele quando Mou ha preferito omaggiare della presenza Muntari e Materazzi e non Balotelli che, al posto di Pandev, sarebbe stato ben altra cosa.
Partita da metter in cornice per la storia dell’Inter, finalmente un Moratti è tornato con la coppa fra le mani.

Mourinho ha compiuto il suo cammino e chiuso la storia, potendo dire: missione compiuta. Dopo 45 anni la coppa è dell’Inter, il resto sono statistiche. E tutti quelli che ieri erano sulle tribune un giorno potranno dire: c’ero anch’io. Lasciamoli godere. Lo sport è questo, non solo veleno.

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