Dopo le buste contenenti proiettili destinate nei giorni scorsi al sindaco di Roma, Gianni Alemanno e al ministro della Giustizia Paola Severino, ieri sera sono state intercettate al Centro meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme altre dieci buste, indirizzate al premier Mario Monti, all'ex premier Silvio Berlusconi e ai direttori di quotidiani di importanza nazionale.
Insieme alle buste è stato trovato anche un volantino, firmato dal Movimento Armati proletari, contenente ingiurie e minacce: "Rivedete la manovra o ve la faremo pagare. Sarà una guerra all'ultimo sangue", minaccia il manifesto, che aggiunge anche: "Non dovrete più dormire sonni tranquilli. Il piombo non manca e adesso arriva anche il tritolo dagli amici arabi".
Nelle buste proiettili di calibro diverso, destinati a raggiungere anche Pier Luigi Bersani (calibro 7.65) e il ministro del Welfare Elsa Fornero (calibro 9.21). Plichi con proiettili calibro 12 sono stati inviati a Pierferdinando Casini e ai direttori Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (La Repubblica), Maurizio Belpietro (Libero), Leonardo Boriano (La Padania), Lamberto Sechi (Il Tempo).
Il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, sdrammatizza: "Vedo che sono in buona compagnia" e sottolinea che "ogni tanto le minacce ci sono. Il clima non è dei migliori, ma non da ora. Può soltanto inasprirsi mi pare."
Non è stato ancora possibile individuare il punto di partenza delle buste anche se le missive sarebbero state spedite tutte dalla stessa persona e sarebbero partite dalla Calabria, anche si esclude che la provenienza possa essere la zona di Lamezia Terme o di Catanzaro.
I primi accertamenti sui plichi fermati a Lamezia sono stati guidati dal pm Maria Alessandra Ruberto e coordinate dal procuratore di Lamezia Salvatore Vitello, che già in passato si era occupato di inchieste in materia di antiterrorismo in altre procure. L'inchiesta è poi passata alla Dda di Catanzaro per le competenze specifiche della Direzione distrettuale antimafia in materia di antiterrorismo.
Da valutare innanzitutto la credibilità della sigla dietro l'invio delle buste, mai apparsa in precedenza. La siglia non è neppure la stessa responsabile dell'invio delle buste che nei giorni scorsi sono sono state indirizzate ad Alemanno e Severino, che erano stare rivendicate una da Fai (Federazione Anarchica Informale), Fac (Federazione Anticapitalista) e Br e l'altra dal Nucleo Galesi per i Pac (Proletari Armati per il Comunismo). Del Fai anche i pacchi bomba che avevano raggiunto la Deutsche Bank di Francoforte e la sede romana di Equitalia.
Secondo Massimo D'Alema non si potrebbe parlare di "un'ondata di terrorismo", anche se gli episodi di oggi e dei giorni scorsi rimangono "preoccupanti" e sono "riconducibili
all'area anarco-insurrezionalista". Il leader della Lega Umberto Bossi preferisce invece sdrammatizzare e commenta, sul proiettile inviato a Mario Monti: "Glielo avrà mandato il Presidente della Repubblica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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