Anna Maria Greco
da Roma
Prima di partire ieri per Mosca, il ministro degli Esteri Massimo DAlema ha annunciato che chiederà alle autorità russe di offrire «piena collaborazione» alle indagini della magistratura britannica sulla morte dellex spia russa Alexander Litvinenko. Questo «in primo luogo, poiché adesso anche lItalia è toccata da questa vicenda». Per il titolare della Farnesina si deve fare «piena luce e chiarezza su quello che è successo e accertare eventuali responsabilità nellinteresse della Russia e degli altri Paesi europei».
Il caso Litvinenko continua ad alimentare in Italia una polemica politica sulloperato della Commissione parlamentare dinchiesta Mitrokhin e su presunti dossier sui rapporti tra leader del centrosinistra e servizi segreti russi, dopo la pubblicazione di intercettazioni telefoniche tra il presidente dellorganismo, il senatore azzurro Paolo Guzzanti e lex consulente Mario Scaramella. DAlema si limita a commentare: «La faccenda presenta molti risvolti inquietanti e interrogativi che devono essere chiariti. Non mi sentirei di emanare sentenze».
Ma è il presidente del Senato, Franco Marini, ad entrare pesantemente nella questione. «La vicenda è grave - dice - e va fermamente condannata. Al pari di altri casi, è allarmante perché si risolve in uninterferenza nellattività di un membro del Parlamento». Il numero uno di palazzo Madama chiede alle Camere di «intervenire con urgenza per affrontare una situazione diventata insostenibile», esaminando il disegno di legge al riguardo presentato dal ministro della Giustizia. Lintercettazione, precisa Marini, è avvenuta in unindagine della Procura di Napoli e «si tratta di un caso di diffusione indebita delle conversazioni intercettate».
Guzzanti ringrazia Marini, «uomo di passione e grande galantuomo». «Così ha difeso tutto il Parlamento. Quanto è accaduto a me, con mezzi vili e molto meschini, può accadere a qualsiasi parlamentare. Il trucco di intercettare il signore x, ben sapendo che parlerà con un parlamentare, è vecchio e ormai collaudato. Un altro pezzettino di un colpo di Stato che rischia di travolgere tutto e tutti, soprattutto le tutele dei parlamentari».
Lappello di Marini non può rimanere inascoltato, anche per Giuseppe Consolo di An, che raccomanda alle Camere di legiferare con urgenza.
Il ministro della Giustizia Clemente Mastella continua intanto a chiedere una nuova commissione Mitrokhin, malgrado lopposizione del presidente della Camera Fausto Bertinotti. Al vertice vedrebbe lex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Anche il senatore a vita dimissionario ha invitato il premier Romano Prodi a creare una nuova commissione e attacca duramente Massimo Donadi dellIdv, che ha espresso un parere contrario. Secondo il Guardasigilli, Cossiga ha «lautorevolezza necessaria ma anche la veduta, la capacità e la saggezza che va sfruttata in questo momento». Da Bruxelles, Mastella replica alle critiche, dicendo che si tratterebbe di «una nuova commissione come cè una nuova antimafia» e corregge un po il tiro, precisando che lorganismo non dovrebbe indagare sulle attività della vecchia Mitrokhin, ma chiarire quello che è avvenuto: «Laccertamento sui fatti precedenti - precisa - toccherà non tanto alla commissione Mitrokhin, bensì alla magistratura italiana». Il ministro invita anche la magistratura a fare «accertamenti seri, prima che Scaramella faccia nomi».
Ma la stessa maggioranza di Mastella è divisa sulla sua proposta. «Meglio lasciar perdere - dichiara, sempre da Bruxelles, Lamberto Dini -. Una nuova commissione Mitrokhin non potrebbe portare a nessun risultato». Per lesponente della Margherita la commissione diretta da Guzzanti è stata «un disastro», confermato dal fatto che «lo stesso presidente ha assunto posizioni che non sono state condivise dai membri della commissione stessa e pertanto non sono stati capaci di produrre un rapporto condiviso, ma solo le esternazioni del presidente, che sono state fortemente contestate».
Roberto Villetti della Rosa nel pugno pensa, invece, che il Parlamento non abbia altro strumento per esaminare gli atti della gestione precedente che istituire una nuova commissione. Il centrosinistra, aggiunge, deve evitare la tentazione di «restituire pan per focaccia, ma far sì che il parlamento chiarisca i lati oscuri e torbidi della vicenda».
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