A pesca di certezze nell’urna elettorale

Politica, fede e cultura: tutto è caos. Alle elezioni cerchiamo un leader

Perché, in questa epoca, tanta gente prova un senso di disagio e di vuoto? Perché tutti abbiamo bisogno di sentirci parte di una comunità unita, con una meta e un futuro. Invece ci accorgiamo di vivere in una società divisa, litigiosa, dove non ci sono certezze.

Sono spariti tutti i vecchi partiti con cui la gente aveva imparato ad identificarsi, nei quali ritrovava leader a cui dava volentieri il voto, nei quali riscontrava valori e sicurezza. Lo stesso è accaduto nelle imprese in difficoltà, che vengono vendute e comprate ogni giorno: tutto è incerto e ciò che hai fatto fino a ieri, oggi non ha più valore. Stessa cosa dal punto di vista religioso: la gente ammira molto Papa Francesco, ma non è più inserita in un mondo compatto di simboli e valori. Anche sul piano culturale un tempo c'era un sapere riconosciuto, c'erano i filosofi, i classici che costituivano un solido fondamento, una guida. Di questo sapere non vi è più traccia né sui giornali, né in tv. Oggi tutto è affidato al vagabondare sul web, ai dibattiti tenuti da politici e giornalisti che non sanno fare analisi approfondite, che non sanno dare spiegazioni, che si limitano a criticarsi ed insultarsi a vicenda, a scambiarsi battute su Twitter creando nel pubblico uno stato crescente di dubbio e di confusione.

Per questo dunque la gente si rifugia nel privato, nel gruppo di amici. Poco importa che siano i colleghi di lavoro, i vicini di casa o di vacanza. Basta che non si discuta di politica, ma di argomenti neutrali, il cibo, i cani. Un ripiego, perché tutti in realtà hanno uno spaventoso bisogno di chiarezza. Bisognerebbe fare come in Usa: far dibattere seriamente, con dati, con prove solo i tre principali leader in campo, proibendo derisioni e insulti, costringendoli a rispondere a domande precise, a descrivere con esattezza il loro programma.

Perché il Paese non ha bisogno di schiamazzi e di urla, ma di una guida.

Non facciamo gli ipocriti: nelle prossime elezioni non è in gioco il Parlamento europeo, ma si decide chi riuscirà a conquistare la leadership in Italia, chi farà le riforme, chi ci condurrà fuori dalla crisi, chi ci saprà dare efficienza e sicurezza.

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