Berlusconi-Renzi è fatta, via libera alle riforme

Il Cavaliere: "Fine dei giochi, Forza Italia pronta per firmare". E dopo legge elettorale e Senato tocca al presidenzialismo

È il giorno di Berlusconi. È il suo «io ci sono». È la conferma del patto con Renzi sulle riforme. I dubbi, le incertezze, il rischio che tutto salti sembra spazzato via. «Non ti fidare di Grillo». Berlusconi è voluto tornare a Montecitorio per chiarire la posizione di Forza Italia. Sul piatto c'è il sogno del sistema presidenziale, ma questo non cambia le carte in tavola. Il patto del Nazareno non è tramontato. E Renzi risponde: siamo a un passo dalla chiusura. È fatta.

Tutto questo avviene mentre sul fronte europeo Antonio Tajani, commissario Ue uscente, viene accusato dal governo italiano di alto tradimento. La storia. L'Europa apre una procedura di infrazione contro l'Italia. Il motivo è uno dei più seri che ci possa essere. Più serio anche delle riforme istituzionali. Lo Stato non paga i debiti che ha con le aziende. È, per essere chiari, un cattivo pagatore. Non rispetta i contratti. Non è affidabile. Pensate al contrario. Se il privato non paga lo Stato è un delinquente. Se è lo Stato, silenzio. Tajani secondo il governo ha la grave colpa di aver fatto il suo dovere. Ha tutelato le aziende italiane che si barcamenano per sopravvivere. Il ministro dell'Economia Padoan punta l'indice. Si scandalizza e con lui tutta la maggioranza indignata e offesa. «È un atto di irresponsabilità contro l'Italia».

Il governo dice che sta pagando. Il problema è che non basta. La direttiva europea prevede 30 al massimo 60 giorni. L'Italia continua a pagare a 210 giorni. La differenza è quella che passa tra la vita e la morte di un'azienda.

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