Il ministro Elsa Fornero poteva risparmiarsi quest'ultimo obbrobrio che offusca un po' la sua immagine e - sul piano personale - mi pone in difficoltà con i colleghi della redazione. Si dà infatti il caso che, andando contro corrente, l'abbia sempre difesa dagli attacchi (piovuti da ogni parte) provocati dalle sue sortite e da qualche provvedimento discutibile. Quando la signora disse che i giovani di oggi sono schizzinosi ove si tratti di scegliere il primo impiego, scrissi che aveva ragione. Quando cacciò i giornalisti da un convegno, accusandoli di estrapolare frasi colorite dai suoi discorsi, ricavandone titoli a sensazione, scrissi che non aveva torto. Quando la riforma del lavoro suscitò perplessità perché peggiorava la legge esistente, sottolineai che non era colpa del ministro se gli era stato imposto di compiacere la sinistra.
Non bastasse, le abbiamo sempre riconosciuto il merito di avere sistemato i conti della Previdenza, modificando efficacemente il regime pensionistico. Ieri, appena entrato nella mia stanza, scopro che la signora Fornero, colonna del governo tecnico, professoressa di lungo corso, ne ha combinata una grossa, e vari redattori del Giornale non hanno mancato di commentare: visto la tua «amica» Elsa, leggi qua, almeno cesserai di essere suo paladino.
Leggo e rimango basito. Il giorno 20 dicembre, a esecutivo ormai spacciato, la responsabile del Welfare ha emanato un bando per assumere al dipartimento Pari opportunità quattro consulenti con compensi oscillanti fra 30mila e 80mila euro l'anno. Contratto a termine: 18 mesi. I candidati dovevano compilare la domanda entro una settimana. E in quest'ultimo requisito si annidava la gabola. Perché tanta fretta? Se poi si considera che tra il 20 dicembre e il 27 dello stesso mese c'erano di mezzo un sabato, una domenica, Natale e Santo Stefano, il tempo utile per approntare la «pratica» secondo i dettami del bando si riduceva a tre giorni. Pochissimi per consentire una larga partecipazione al concorso.
Impossibile non avere il sospetto che ciò abbia agevolato alcuni raccomandati informati di «sfroso», e in anticipo, delle imminenti assunzioni, pronti quindi a inoltrare la documentazione alla velocità del suono. Non è tutto.
C'è un interrogativo a cui Elsa Fornero bisogna che risponda: perché un ministro in scadenza di mandato, in procinto di abbandonare il timone, si concede il lusso di offrire quattro scrivanie nella Pubblica amministrazione per la durata di ben 18 mesi ovvero per un periodo che va oltre la propria permanenza al dicastero? Come giustifica un atto simile da catalogarsi alla voce «saldi di fine gestione»? Proprio vero: più facile stare in scena che uscirne con eleganza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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