La sindrome da galeotto potenziale

Ho il brutto presentimento che un giorno di questi mi arresteranno. Non so il motivo, ma loro lo sanno

Non so perché, ma ho il brutto presentimento che un giorno di questi mi arresteranno. Non so il motivo, ma loro lo sanno. Magari scopriranno che ho preso una maxi-tangente quando ero ministro dei Lavori pubblici, e io non ricordo di esserlo mai stato ma a loro risulterà di sì. O di avere sbranato, che so, la zia di Bersani. O accusato di pedofilia per atti di libidine su una bambina di 40 anni, che magari ci stava. Non so perché, ma sento la mannaia addosso, vivo nel quieto terrore di trovarmi la mattina sui giornali, non per un mio articolo ma per aver firmato un crimine di cui non ero al corrente. Additato per strada: è lui, il ricercato. E se lo dice avrà la coda di paglia.

Sarà il clima velenoso, ci sentiamo alla vigilia di oscure tirannie, siamo ormai così sospettosi che sospetti pure di te stesso, e ti pedini e ti intercetti per scoprirti e denunciarti. I giudici, il fisco, i media ti fanno sentire candidato al quarto d'ora di celebrità criminale, lo Stato ti tratta da pregiudicato, a prescindere, potenziale evasore e criminale. Mi sto costruendo alibi e testimoni e una dettagliata linea di difesa; eppure, giuro, non ho fatto niente e non so se difendermi da ladro, evasore, eversore, assassino o stupratore.

Ma la legge non ammette ignoranza e se ignoro di aver commesso reati è solo per mia ignoranza.

E la mia innocenza rischia di fungere da pretesto per i veri delinquenti. Se mi arrestano confesso subito quel che vogliono e patteggio la pena. Odio lo stress delle indagini, le parcelle dei legali e l'attesa di giudizio.

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