La vendetta non è solo un piacere sottile

Vi sono delle persone che, quando hanno ricevuto un torto, lo ricordano a lungo e se, ci ripensano, il rancore si risveglia come fosse attuale

Vi sono delle persone che, quando hanno ricevuto un torto, lo ricordano a lungo e se, ci ripensano, il rancore si risveglia come fosse attuale. Quando ne parlano percepisci la loro collera e il loro desiderio di vendetta. Vi sono invece delle persone che hanno ricevuto torti anche più gravi, ingiustizie che hanno profondamente influenzato la loro vita, ma in loro a poco a poco il ricordo sbiadisce. Se gliene parlate ricordano i fatti ma non le emozioni provate e non sentono più il desiderio di giustizia, di rivalsa, di vendetta.

Che cosa differenzia questi due tipi umani? Coloro che ricordano i torti di solito sono personalità competitive e invidiose che stanno male se qualcuno li sopravanza o ha più successo, perché è come se lo togliesse a loro. Di solito sono critici, diffidenti, pronti all'accusa e allo scherno. Vedono dappertutto malvagità e complotti. Quando hanno un nemico provano un vero piacere a fargli del male, a farlo soffrire. Se qualcosa va loro male, se non hanno il successo che speravano, se non sono promossi alla carica che agognavano, trovano sempre un responsabile e se lo ricordano per tutta la vita. Non dimenticano e non perdonano

Gli altri, quelli che non ricordano e non cercano la vendetta, possono essere ambiziosi, ma non sono mai competitivi e invidiosi. Non se la prendono con chi li sopravanza, con chi ha successo e se qualcuno li ostacola non gli viene neppure in mente di fargli del male. Quando non ottengono il risultato desiderato o quando perdono un lavoro o una carica non continuano a ripensarci e non cercano un colpevole. Così a poco a poco diluiscono il ricordo fra gli altri ricordi e dimenticano perfino le persone che hanno fatto loro intenzionalmente del male.

Coloro che dimenticano sono più numerosi di quelli che ricordano perché la mente umana spontaneamente tende a dimenticare. Chi ci fa ricordare gli odi, i rancori, le ingiustizie è la società.

Il dovere della vendetta viene trasmesso ereditariamente nel clan e anche gli odi politici sono collettivi, rinnovati dalle commemorazioni, dalle manifestazioni. Poi alla fine anche su questi scende l'oblio, ma talvolta occorrono secoli.

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