Schumi cade sciando e rischia la vita

Michael era col figlio ed ha perso il controllo in un fuoripista. Ha battuto la testa contro le rocce. Operato al cervello è in coma

Schumi cade sciando e rischia la vita

Michael Schumacher, la neve, una sciata natalizia a Méribel in compagnia del figlio quattordicenne. Tutt'attorno le montagne dell'Alta Savoia, dove ha comprato uno chalet e d'un tratto il dramma, forse una svista, forse un errore, qualcosa che non è ancora completamente chiaro e poi il volo e la caduta e quella roccia traditrice che spunta dal manto nevoso. È grave Michael Schumacher, gravissimo, in condizioni critiche. Accanto a lui la moglie Corinna e i due figli. Il mistero sulle reali condizioni dell'ex campione ha avvolto l'ospedale di Grenoble per tutto il giorno poi, in serata, fonti riconducibili allo staff medico e rilanciate dalla radio sportiva francese Rmc hanno iniziato a parlare addirittura di «emorragia cerebrale» e coma. Ma in fondo si sperava ancora. Fino alle 23, quando a gelare tutti è arrivato il comunicato dell'ospedale: «Michael Schumacher è in condizioni critiche... al suo arrivo soffriva di un trauma cranico grave, con annesso coma, per il quale si è reso necessario un immediato intervento neurochirurgico».

Resta ancora in parte misteriosa solo la dinamica dell'incidente. Perché Michael ha sbattuto violentemente la testa mentre sciava fuori pista con il giovane Mick jr., il casco l'ha protetto ma non ha potuto fare miracoli visto l'impatto subito. Sul momento aveva fatto sperare quanto dichiarato a caldo da Christophe Gernignon-Lecomte, responsabile del locale ente del turismo, «Michael era scosso ma cosciente quando è stato soccorso». Così come quelle della portavoce del tedesco, Sabine Kehm, che si limitava a precisare «indossava un casco e non era solo». Per ore poco altro si saprà: solo che è accaduto tutto alle 11,07 e otto minuti dopo c'era già un elicottero del soccorso alpino; che i medici lo hanno imbragato e portato via; che Schumi non ha perso il controllo dopo uno scontro con altri sciatori; e che stava sciando fuori pista.

Dall'ospedale di Moutiers dove gli è subito stato diagnosticato un grave trauma cranico Michael è stato poi trasferito alla clinica universitaria di Grenoble. Ma la gravità dell'incidente si è soprattutto percepita quando l'ex pilota di F1 Olivier Panis, in vacanza a Grenoble, non è stato fatto salire. Preoccupazioni aumentate poco dopo, quando i cronisti francesi hanno visto scendere da una macchina della polizia il professor Gerard Saillant, luminare transalpino delle malattie spinali e presidente dell'Istituto per la cura dei danni alla colonna vertebrale. Bruttissimo segno anche se Saillant è fondatore del suddetto Istituto proprio con Schumacher e l'ex direttore generale della Ferrari, Jean Todt. Dunque, un amico esperto. Solo che in tarda serata, il rincorrersi delle voci sul coma, le notizie sull'emorragia rilanciate dal quotidiano francese «Le Dauphine» e infine il comunicato dei medici di Grenoble hanno gelato tutti.

Molti i piloti di F1 che hanno mandato i loro messaggi di auguri a Schumi, fra questi Felipe Massa, compagno e amico per tanti anni, che in un tweet ha scritto «prego per te, forza fratello...». In mezzo al dramma, un'amara certezza: è l'incidente più grave occorso a Schumi, che il 3 gennaio compirà 45 anni.

Nel '99 con la Ferrari si ruppe una gamba a Silverstone; nel 2009, dopo il primo ritiro, stregato dalle moto, cadde in pista e svenne. Trauma e ammaccature al collo. E ora, dopo il secondo ritiro deciso proprio un anno fa, ecco lo sci traditore. Quasi che la vita per kaiser Schumi sia più rischiosa da ex.

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