Abolizione finanziamento ai partiti: ddl rinviato

Il provvedimento per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti non sarà più all’esame dell’aula di Montecitorio venerdì 26, come previsto da calendario

Abolizione finanziamento ai partiti: ddl rinviato

Su certe cose si va (giustamente) di fretta. Su altre, invece, si procede con lentezza. Come ha anticipato il Giornale, se per i cittadini è già pronta, con la riforma del Catasto, un'altra stangata sulla casa, il parlamento rinvia ancora i tagli al finanziamento pubblico dei partiti. Il ddl che abolisce il finanziamento diretto ai partiti non sarà in Aula il 26 luglio, come previsto. La Commissione affari costituzionali ha deciso di esaminare il testo contestualmente al ddl sulle riforme, cui viene però data la priorità, in modo da portarlo in Aula il 29 luglio. Per il ddl sui finanziamenti ai partiti, il termine slitta al 1° agosto. Nel corso di un ufficio di presidenza durato circa due ore in commissione, con un duro confronto tra maggioranza e opposizione, si è deciso di procedere contestualmente sui due ddl su riforme e finanziamento ai partiti, entrambi del governo, che sono in esame.

Il braccio di ferro

L'opposizione protesta: Movimento 5 Stelle e Sel hanno chiesto di rispettare i tempi e votare prima gli emendamenti al ddl sul finanziamento ai partiti. E hanno domandato che l’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali si pronunciasse con un voto su questo punto. Ma i gruppi della maggioranza hanno accolto l’indicazione del governo a dare priorità al ddl costituzionale sulle riforme, pur procedendo contestualmente su entrambi i testi. I tempi, ad ogni modo, restano stretti. Per questa ragione la commissione Affari costituzionali è convocata in seduta notturna questa sera, trenta minuti dopo il termine dei lavori in Aula.

Gelmini: nessun rinvio

Maria Stella Gelmini, relatrice del provvedimento, rispedisce al mittente l'accusa dei 5 Stelle: "Da parte del governo - spiega Gelmini - è stata avanzata una proposta condivisa, ma non c’è nessuna volontà di rinviare né l’abolizione del finanziamento ai partiti né le riforme. Abbiamo deciso di procedere contestualmente, ponendo un termine ultimo perché non vogliamo dilazioni di nessuna sorta". Gelmini invita a stoppare le polemiche "sul rinvio: abbiamo chiesto contestualità ma non faremo melina". La Commissione, infatti, tornerà a riunirsi questa sera dopo l’aula, dove sono in votazione gli ordini del giorno al decreto Fare. Ma il Movimento 5 Stelle sta facendo ostruzionismo e, quindi, molto probabilmente anche l’aula andrà in notturna: ne consegue che la commissione Affari costituzionali della Camera rischia di riunirsi a notte inoltrata. Il ministro Quagliariello, tornando in commissione, al termine dei lavori spiega: "Mi è stato chiesto di ribadire quale fosse la posizione del governo", ovvero licenziare subito il ddl riforme. Protesta Sel: "E' grave che non abbiamo votato come chiesto da noi e da Cinque Stelle sul calendario dei lavori.

C’è stata - lamenta il capogruppo Gennaro Migliore - una forzatura di Quagliariello quasi obbligata e il presidente Sisto, in maniera sbrigativa, ha assunto un orientamento senza voto. Noi volevamo fare prima il ddl sull’abolizione del finanziamento ai partiti".

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