"Adesso ci sentirete". Ora Conte alza i toni contro le armi a Kiev

Dopo la giravolta in grande stile di Giuseppi, Movimento 5 Stelle pronto a votare no all’invio di nuove armi a Kiev. Silvestri: “Serve conferenza di pace”

"Adesso ci sentirete". Ora Conte alza i toni contro le armi a Kiev

Una volta si è detto orgoglioso del contributo offerto a Kiev, salvo poi cambiare strategia per convenienza elettorale. Ora Giuseppe Conte sembra intenzionato a continuare la sua battaglia contro l’invio di armi all’Ucraina. Un sostegno necessario per resistere ai militari russi, condiviso da tutti tranne che dal Movimento 5 Stelle (e il tandem Bonelli-Fratoianni). Una posizione che ha portato qualche risultato alle elezioni del 25 settembre – oltre ad aver messo in costante agitazione il governo Draghi.

“Adesso ci sentirete”

Molto più che sibillino il commento fornito da Giuseppi entrando a Montecitorio per le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri Meloni in vista della riunione del Consiglio europeo e le comunicazioni del ministro della Difesa. "Adesso ci sentirete", il conciso virgolettato riguardo al nuovo invio di armi in Ucraina. La linea grillina sembra ormai chiara: marchiare la linea del governo come guerrafondaia, sperando di racimolare qualche voto. Dimenticando, probabilmente, che tutti sono per la pace, per il cessate il fuoco, senza rendere Kiev una colonia del Cremlino.

La linea Conte

Convinto di non risultare ipocrita, Conte prosegue la sua battaglia ultra-pacifista e può contare sul sostegno di molti esponenti grillini. Intervenuto in aula in discussione generale sul tema, il senatore Bruno Marton ha sottolineato che chi viene messo all’angolo – la Russia – risponderà solo con maggiore violenza: “La violenza genera sempre violenza, non genera mai pace. Noi pensiamo invece che l'Italia debba e possa essere protagonista di iniziative diplomatiche per la pace. Facciamoci promotori di un canale negoziale in ogni consesso internazionale, impegniamoci per una conferenza di Pace sotto l'egida delle nazioni Unite e con il coinvolgimento della Santa Sede”.

La pace in Ucraina non si ottiene con l’invio di altre armi, è l’analisi del capogruppo pentastellato alla Camera Francesco Silvestri. Al centro va messa la diplomazia, il suo pensiero non esattamente originale: “È necessario, quindi, preparare il terreno per una conferenza di pace internazionale che potrebbe tenersi anche qui a Roma, la città della pace, la città del Papa, dove 65 anni furono firmati i Trattati, dove cominciò a prendere forma l'Unione europea”.

Calenda in tackle su Giuseppi

Nella risoluzione presentata in Senato dopo le comunicazioni di Crosetto, il M5s ha chiesto di interrompere immediatamente la fornitura di armi all’Ucraina, confermando le misure destinate agli aiuti umanitari. Una linea stigmatizzata senza troppi giri di parole da Carlo Calenda: “Quello che disperatamente Putin vuole: mettere gli ucraini nella condizione di doversi arrendere.

Giuseppe Conte rappresenta perfettamente l'immoralità del qualunquismo italiano”. Il frontman del Terzo polo ha aggiunto, rincarando la dose: “Stessa spregiudicatezza dei decreti sicurezza. Sempre sulla pelle dei più deboli”.

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