Caro Mario,
che piacere rileggerti, non è la prima volta che mi scrivi e che ti rispondo, ricordo bene. Beh, ancora una volta convengo con te: l'astensionismo è senza dubbio inutile, dato che esso consiste nella rinuncia da parte di una fetta, purtroppo sempre più importante, dell'elettorato al proprio diritto di voto. Voto che è appunto diritto ma anche dovere, un dovere che viene trascurato nonché una libertà che è stata deposta in quanto considerata vana. La gente che non va a votare non lo fa proprio perché ritiene che recarsi alle urne ed esprimere una preferenza non apporti alcun cambiamento alla sua propria esistenza, che non la migliori. È indice di una perdita grave di fiducia nei riguardi dei rappresentanti e della cosa pubblica di cui non può essere colpevolizzato colui che prova tale sentimento di umana e comprensibile diffidenza. Reo semmai è colui che lo ha generato, cioè coloro che lo hanno determinato, ovvero gli eletti, i politici, i quali dimostrano spesso sfacciatamente di essere più interessati alla poltrona e al proprio portafoglio che alle tasche della gente e ai suoi problemi. Quindi cosa vuoi che diciamo a questi cittadini sfiduciati? Che sono degli stronzi? Che non servono a nulla? Forse a qualcosa servono tuttavia: a farci comprendere che la nostra democrazia è malata, che vive un momento di crisi, che non significa imposizione del fascismo, come intende farci credere la sinistra, bensì diffusione del disinteresse, dell'apatia, del disimpegno. Come si risolve? Coinvolgendo di più i cittadini, tentando di recuperare la loro fiducia, e non giudicandoli e redarguendoli, cosa che non li spingerà ad andare a votare. Quindi no, mi rifiuto categoricamente di fare il sermone a quelli che non votano. Consiglio loro di farlo, certamente. Ma nessuna predica. Nessuna critica.
Sai cosa contribuirebbe in maniera importante ad aumentare un senso di partecipazione efficace ed effettiva da parte dell'elettorato? L'introduzione e l'entrata in vigore della riforma sul premierato voluta da Giorgia Meloni, una donna che ha un forte senso della democrazia.
L'elezione diretta del presidente del Consiglio, la quale quindi consentirebbe ai cittadini di esprimere senza intermediari la propria preferenza per il capo del governo, scegliendolo e indicandolo direttamente, qualora fosse introdotta, farebbe sì che il popolo sovrano si sentisse maggiormente chiamato in causa nell'ambito di deliberazioni che troppo a lungo sono state prese dall'alto e fosse altresì più predisposto a coinvolgersi e ad essere attivo nella gestione di quella che è non semplicemente la cosa pubblica ma la cosa sua.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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