Aiuti a redditi medio-bassi, tagli e confronto con le banche: la manovra arriva in Cdm

La legge di bilancio sarà già domani all'esame del Consiglio dei ministri. Confronto con le banche in corso, confermati tagli ai ministeri: ecco le anticipazioni

Aiuti a redditi medio-bassi, tagli e confronto con le banche: la manovra arriva in Cdm
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Il governo accelera il passo verso la legge di bilancio. A sorpresa, la manovra sarà già domani all'esame del Consiglio dei ministri, assieme al documento di programmazione e al Dl anticipi con misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali. Alla vigilia della riunione a Palazzo Chigi, fonti del Mef riferiscono che il confronto con le banche in vista della prossima legge di bilancio è in corso e andrà avanti a oltranza. Secondo quanto si apprende, in manovra dovrebbero esserci infatti anche un contributo delle banche e tagli lineari per i ministeri che saranno però gestibili in modo flessibile dai singoli dicasteri.

Si confermano inoltre gli interventi in favore dei redditi medio bassi e delle famiglie con figli. Le entrate arriveranno soprattutto da tagli e razionalizzazione delle spese. Fonti del governo confermano con nettezza che non ci sarà aumento di tasse per le persone e le aziende. I punti cardine della manovra, che dovrebbe aggirarsi attorno ai 25 miliardi di euro, sarebbero quindi stati definiti: conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro e della riduzione a tre aliquote Irpef. Da soli questi due provvedimenti, che il governo è intenzionato a rendere strutturali, valgono circa 15 miliardi. Poi c'è l'ipotesi di ampliare il taglio del cuneo al ceto medio, per i redditi fino a 60mila euro, per la quale però servirebbero tra 2,5 e 4 miliardi. Alla fine l'estensione potrebbe essere ridotta ai redditi fino a 40mila.

Altro asse portante è il tentativo di contrastare l'inverno demografico tramite un intervento sull'assegno unico o degli sgravi ad hoc. In riferimento ai possibili tagli sui ministeri, nei giorni scorsi era stato lo stesso ministro Giorgetti a chiarire le proprie intenzioni. "Il sacrificio vuol dire che alcune spese vanno tagliate per ministeri ed enti pubblici. Dovremo rinunciare a qualche programma che non dà utilità e tagliare le spese inutili. Se non lo faranno, il ministro che deve fare la parte del cattivo lo farà", aveva spiegato il titolare del Mef.

Sul piatto c'è l'obiettivo di reperire, secondo fonti di maggioranza, circa 3 dei 25 miliardi di cui sarà composta la legge di bilancio.

Cittadini e aziende non saranno interessati da alcun approccio "punitivo", ha invece rassicurato il governo. Quanto alle banche, invece, le interlocuzioni con l'esecutivo proseguono.

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