Roma - Alemanno ora si trova a rincorrere il suo avversario. Il chirurgo genovese ha raccolto 148mila voti in più del sindaco. Un dato parziale e relativo, visto il peso che ha avuto l'astensionismo sul voto di domenica e lunedì. Al primo turno di cinque anni fa Francesco Rutelli aveva ottenuto, infatti, un dato percentuale non lontano da quello di Marino (45,8% contro il 42,6%), solo che il distacco in termini di voti è di quasi 250mila in favore di Rutelli. Ecco cosa può fare l'astensionismo. Ed è nell'interpretazione di questo dato, quindi, che si coglie uno dei motivi centrali del prossimo ballottaggio, tanto che sono già comparsi in città i manifesti di Alemanno che ammonisce: «Vince chi vota».
Si è parlato di crisi della politica, di disaffezione da parte degli elettori, di distanza tra i romani e le istituzioni. Eppure si è mostrata debole anche l'onda grillina, così come afona è apparsa la voce della «società civile» rappresentata da Marchini. Forse c'è stata l'assenza di passione, si mormora al comitato elettorale di Alemanno. Sono mancati gli scontri al fulmicotone. Le battaglie «epiche», su temi e principi. Insomma la città non si è sentita divisa ma, per una volta, unità nel disinteresse. «Il Pdl paga il prezzo del senso di responsabilità - diceva lunedì sera a Porta a porta il sindaco -. La politica nazionale è entrata in una sorta di stand by responsabile». I suoi collaboratori e i vertici del Pdl stanno seriamente pensando di aggiustare il tiro della campagna elettorale (per oggi pomeriggio è in agenda un incontro con i vertici dei partiti e movimenti che appoggiano Alemanno).
Non basta più mostrare le cose concrete fatte ed elencare ciò che realisticamente si può ancora fare. Serve una battaglia nuova. Anzi, paradossalmente serve una battaglia «vecchia» che rispolveri il voto di appartenenza. E in questo senso il governo delle larghe intese si è dimostrato un handicap forte. Indebolisce, spiega lo stesso Alemanno alla trasmissione Agorà, il voto d'opinione. Consapevole della necessità di un cambio di passo, Alemanno è tornato a chiedere un confronto con Marino. Purtroppo non è stato ancora accontentato. Ieri a Ballarò il «duello» c'è stato ma solo a distanza. Alemanno scalpita e lancia un appello su Facebook: «È inaccettabile che quasi la metà degli elettori romani non sia andata a votare, come se non fosse importante partecipare alla scelta della persona che dovrà governare la città. Il sindaco di Roma non può essere eletto da una minoranza». Poi Alemanno torna a parlare del suo progetto: «creare nuovo lavoro per i giovani e i disoccupati, superando la devastante crisi economica che grava su tutta l'Italia e per garantire la sicurezza di tutti i cittadini contro ogni forma di criminalità».
Alla fine c'è spazio anche per un appello al rivale: «Mi auguro che Marino non fugga di fronte a questa necessità, trincerandosi nella difesa dell'elettorato già acquisito e non mettendosi in gioco per confrontarsi faccia a faccia sui problemi della città».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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