Dopo un anno di inciuci il Pd sfiducia Lombardo

Dopo il flop alle amministrative di Palermo, la direzione regionale del partito ha preso le distanze dal presidente indagato per concorso in associazione mafiosa

Dopo un anno di inciuci il Pd sfiducia Lombardo

Il Pd siciliano ci riprova. E dopo il flop alle amministrative di Palermo, che hanno visto la vittoria del portavoce di Idv Leoluca Orlando e non del candidato Pd, si preparano al fallimento bis, causa spaccature tutte a sinistra, alle regionali che si terranno a ottobre. Il tutto mentre, dopo oltre un anno di inciucio, i democratici siciliani si risvegliano e scoprono che no, con il governatore Raffaele Lombardo, non si può continuare a stare alleati. Di qui l'atto che sancisce la rottura: una mozione di sfiducia, che sarà presto presentata al Parlamento siciliano.
Cominciamo proprio dalla sfiducia, che ha avuto un consenso bulgaro, 67 sì, tre no, e un astenuto. «Ci vogliono i numeri - avverte il segretario siciliano del Pd, Giuseppe Lupo - ma nei prossimi giorni o settimane è certo che presenteremo la mozione in Assemblea per chiudere una fase politica e aprirne una nuova». Ironizza, estavolta ne ha ben ragione, il presidente Lombardo, che ha giurato che si dimetterà «il 28 o il 19 luglio» in modo da permettere ai siciliani di tornare alle urne a ottobre: «Capisco - dice Lombardo - che nella patria di Pirandello non c'è da meravigliarsi di alcunché, ma la storia della mozione di sfiducia del Pd contro il governo del quale hanno fatto e continuano a fare parte assessori tecnici di suo riferimento è veramente una farsa».
Già, una farsa. Come una farsa, replica della farsa primarie per le amministrative di Palermo poi culminata nel tonfo del partito di Bersani, rischia di essere il balletto delle candidature a sinistra per le prossime regionali. A rompere per primo gli indugi è stato l'ex eurodeputato di Sel Claudio Fava, «in campo - ha spiegato - senza la mediazione dei partiti». A promuovere infatti il suo nome è stato un cartello di intellettuali. «Non offro la mia candidatura - dice Fava - mi candido e basta. Ho contribuito a fondare Sel, ma questa candidatura prescinde anche dal mio partito». Ma a mettersi di traverso è l'eurodeputato del Pd ed ex sindaco di Gela Rosario Crocetta: «La prossima settimana presenterò ufficialmente la mia candidatura alla presidenza della Regione siciliana, che nasce dal basso in particolare da Facebook e nella rete. Claudio Fava? È un unto dal Signore». Et voilà, la polemica è servita. C'è da giurarci, sarà un'estate calda, in cui se ne vedranno delle belle. La lista degli aspiranti governatori anti-centrodestra, infatti, non è mica finita.

Un pensierino alla carica di presidente lo fa anche il "falco" del Fli Fabio Granata: «Leggo - ha dettato alle agenzie di stampa -altisonanti quanto autoreferenziali proclami di candidature alla presidenza della Regione siciliana e mi chiedo: perché non io?». Già, perché? C'è da scommetterci: primarie o no, il divertimento è assicurato.

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