Antico Caffè Greco, bloccato lo sfratto

L’Avvocatura dello Stato ha salvato lo storico locale della Capitale dichiarando “inamovibili” i quadri, gli arredi e le opere d’arte presenti nel bar

Antico Caffè Greco, bloccato lo sfratto
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Niente sfratto per l’Antico Caffè Greco. L’Avvocatura dello Stato ha salvato lo storico locale della Capitale, sorto nei pressi di piazza di Spagna più di 250 anni fa, dichiarando “inamovibili” i quadri, gli arredi e le opere d’arte presenti nel bar.

A darne notizia è stato Carlo Pellegrini, l’amministratore delegato della società che gestisce il Caffè Greco, che su Facebook ha annunciato che ieri i suoi avvocati hanno consegnato nelle mani dell'Ufficiale giudiziario il provvedimento con cui il Tribunale di Roma, in via d'urgenza, ha disposto la sospensione dello sfratto. Uno sfratto che, come ricorda Il Messaggero, era già stato previsto per il 20 febbraio 2019, visto e considerato che il contratto d’affitto è scaduto nel 2017. In questi anni, molti intellettuali e clienti affezionati si sono spesi per salvaguardare il locale e il caffè Greco e, di rinvio in rinvio, si è salvato anche dall’ultimi avviso di sfratto datato 14 novembre 2024. La Soprintendenza Speciale di Roma, già alcuni anni fa, aveva posto un vincolo pertinenziale sulle opere, i quadri e i vari cimeli presenti nello storico caffè e oggi “l'Avvocatura – spiegano dal ministero - chiede una nuova udienza dopo il rigetto del ricorso sul vincolo pertinenziale”. Il vincolo “non solo dichiara di interesse culturale le mura del locale, ma stabilisce che arredi e suppellettili sono inamovibili”, spiegano dal Ministero della Cultura. Il Caffè Greco di via Condotti ha, quindi, un unico destino: quello di restare un caffè-museo.

In gennaio il locale è finito nell’occhio del ciclone per una “colazione” da 86 euro e, in quell’occasione Pellegrini aveva detto: “È noto il contenzioso che dura da ormai 7 anni con l'ospedale israelitico che è proprietaria delle mura che, nella migliore delle ipotesi, si risolverà con un aumento importante del canone di locazione. È per questo motivo che, già da qualche anno, ci stiamo preparando ad adeguare gli introiti a un maggiore onere del canone d'affitto che è già alto dato che ci troviamo a via Condotti, a due passi da piazza di Spagna. Inoltre, spendiamo un milione e mezzo di euro di costi per il personale che è composta da una quarantina di dipendenti tutti altamente qualificati”.

A marzo si terrà una nuova udienza dove si spera che l’ente proprietario delle mura, l’Istituto israelitico e i gestori (proprietari del marchio e delle opere presenti nel locale) trovino un accordo che preveda il rispetto del vincolo imposto. "Se potessi salvare il Caffè Greco di Roma con le mie disponibilità personali l'avrei già fatto. In questo momento c'è una situazione di stallo. Il nostro compito oggi è studiare la questione e cercare di essere mediatori di un confronto tra le parti”, ha commentato oggi il ministro della Cultura, Alessandro Giuli che, poi, ha concluso: “Si tratta di garantire la sopravvivenza di un gioiello della cultura nazionale compatibilmente con logiche che vanno rispettate". Grande soddisfazione è stata espressa dall’associazione Italia Nostra Roma che da tempo segue da vicino e con grande interesse le sorti del Caffè Greco: “La illogica pretesa di separare luoghi, strutture storiche e collezioni che hanno caratterizzato i momenti più importanti delle vicende artistiche e letterarie dalla fine del Settecento ad oggi, ci ha impegnato nelle tante richieste formulate al Ministro della cultura.

Apprezziamo quindi – si legge al termine di una lunga nota - queste ultime determinazioni del MIC riportate dalla stampa e speriamo che possano definitivamente essere chiariti i termini di una corretta difesa del più diffuso senso di identità culturale della città e dei luoghi più importanti della sua storia”.

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