«Mi stupisce che un avvocato penalista di grido non capisca certi prezzi e mi sembra puerile che faccia il confronto con una carbonara mangiata nel locale sotto casa. È assurdo paragonare il caffè preso alla spaccio del tribunale e l'acqua acquistata dalle macchinette automatiche con i prodotti che offriamo noi. Evidentemente, non si è reso conto di trovarsi in un locale storico in via Condotti». Carlo Pellegrini, legale rappresentante e marito di Flavia Iozzi, proprietaria del noto Caffè Greco di Roma che negli ultimi giorni, commenta così la polemica nata sui social dopo la pubblicazione del post di un avvocato che si lamentava per uno scontrino di 86 euro.
Perché i clienti si lamentano così spesso dei cosiddetti «prezzi pazzi»?
«Secondo me dopo il Covid, la gente è un pochino più incattivita e ne succedono di tutti i colori, ma la maggior parte dei clienti, come si evince anche dal tono dei commenti sui social, si rende conto che i prezzi non possono essere gli stessi che si trovano in periferia. Per stabilire i prezzi non ragioniamo con una logica di ricarico. La maggior parte del costo al Caffè Greco è costituito dal servizio in un luogo di prestigio che è identico a prescindere che io serva dell'acqua minerale o dello champagne».
E, quindi, è per questo motivo che mettete l'acqua a 8 euro?
«Sì, ma non solo. È noto il contenzioso che dura da ormai 7 anni con l'ospedale israelitico che è proprietaria delle mura che, nella migliore delle ipotesi, si risolverà con un aumento importante del canone di locazione. È per questo motivo che, già da qualche anno, ci stiamo preparando ad adeguare gli introiti a un maggiore onere del canone d'affitto che è già alto dato che ci troviamo a via Condotti, a due passi da piazza di Spagna. Inoltre, spendiamo un milione e mezzo di euro di costi per il personale che è composta da una quarantina di dipendenti tutti altamente qualificati».
Quali e quanti costi avete in più per il fatto di essere un locale storico?
«Il Caffè Greco è uno dei più antichi d'Italia insieme al Florian di Venezia e al Gambrinus di Napoli. Questi locali, ovviamente, hanno dei costi di gestione più alti. Periodicamente, dobbiamo far rieseguire la doratura che si fa con foglie di oro zecchino delle cornici degli specchi nel bar perché queste foglie, a contatto con gli abiti dei clienti che passano, si consumano. Abbiamo i tavolini di marmo che, a volte, si rompono e vanno sostituiti. I mobili sono tutti d'antiquariato e spendiamo parecchio anche per l'ebanista».
Anche l'avvocato ha riconosciuto di aver provato una certa emozione nel pranzare dove mangiò anche Gabriele D'Annunzio...
«Le recensioni che ci fanno più piacere sono di questo tenore: sì, il locale è molto caro, ma ne è valsa la pena. La verità, purtroppo, è che spesso i clienti sono un po' arroganti. Basti pensare che pochi giorni fa, alcune signore arabe se ne sono andate infuriate inveendo contro gli altri clienti che avrebbero dovuto alzarsi perché loro si dovevano assolutamente sedere».
Cosa direbbe a chi si lamenta per i prezzi alti?
«Sarei curioso di sapere se quell'avvocato nel suo studio ha una tabella appesa alle pareti
con le varie tariffe? E la sua dichiarazione dei redditi è pubblica come la nostra? Ma, non finisce qua perché di sicuro quereleremo questo signore perché su questo tema stiamo adottando una politica di tolleranza zero».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.