Artisti in piazza, la sinistra fa gli scongiuri

Oggi si terrà nella Capitale una manifestazione contro il ddl sicurezza, protesta anticipata da un video di tre minuti in cui il meglio del mondo della cultura progressista preconizza un futuro - toh, che originalità - senza libertà e democrazia

Artisti in piazza, la sinistra fa gli scongiuri
00:00 00:00

Ormai è così: quando si schierano gli artisti di sinistra è la stessa sinistra la prima ad abbandonarsi a inevitabili e comprensibili gesti apotropaici e scongiuri. Perché l'effetto boomerang è assicurato: ottengono sempre il risultato opposto rispetto a quello per cui hanno manifestato. Basta osservare quel che è recentemente accaduto Oltreoceano: tutti i più importanti cantanti, attori, musicisti e registi si sono schierati come un sol uomo a favore di Kamala Harris. Mesi e mesi di petizioni, concerti, appelli accorati e lacrimevoli, post e stories quotidiane per denunciare l'imminente tregenda e la transizione del sogno americano nel peggiore degli incubi autoritari. Risultato? La democrazia ha fatto il suo corso e Donald Trump - nonostante i pianti

delle prefiche radical - ha stravinto le elezioni. L'effetto boomerang, appunto. Un simile copione va in scena anche dalle nostre parti. Oggi si terrà nella Capitale una manifestazione contro il ddl sicurezza, protesta anticipata da un video di tre minuti in cui il meglio del mondo della cultura progressista preconizza un futuro - toh, che originalità - senza libertà e democrazia, dove è vietata ogni forma di protesta e persino (!) la coltivazione di Cbd è interdetta (che immaginiamo rientri nei diritti universali degli artisti di sinistra). Ciak, azione! Musica artatamente drammatica di sottofondo, volti tesi, sguardo torvo e malanimo diffuso. Soggetto: «E se domani», riflessioni sull'imminente fine della libertà. Da Elio Germano a Piero Pelù, passando per Michele Riondino e Christian Raimo: ci sono tutti, indignati e preoccupati. «E se domani volessi esprimere

una critica al governo potrei essere sospeso dal mio lavoro e privato del mio stipendio», s'interroga Germano ragionando su non si sa quale ipotetico Paese, forse l'Unione Sovietica? Segue a ruota Pelù: «E se domani volessimo scioperare rischieremmo la prigione», ignorando che viviamo in un Paese in cui ci sono almeno tre agitazioni al giorno, senza che

nessuno batta ciglio. Stessa litanìa, per tre lunghissimi minuti, al termine della quale ci sorge un dubbio: non è che gli artisti di sinistra con i loro appelli smantellano le manifestazioni più velocemente della Celere?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica