Slitta da ottobre a gennaio l’aumento dal 21% al 22% dell’Iva. È quanto emerge dalla Bozza del dl, di cui l’ANSA ha preso visione. Prima della fine dell’anno verranno "ridefinite le misure delle aliquote ridotte" dell’Iva "nonché gli elenchi da assoggettare alle medesime". Le coperture per il mancato rialzo dell’Iva a ottobre arriveranno dall’aumento dell’acconto dell’Ires (al 103%) e dell’Irap per il 2013, oltre che dall’incremento delle accise sui carburanti per 2 centesimi al litro fino a dicembre 2013 e poi fino al 15 febbraio 2015 di 2,5 2,5 cent al litro. Insomma, si procrastina da una parte e si aumenta dall'altra. L’ad di Eni, Paolo Scaroni, boccia l’ipotesi di un intervento al rialzo sull’accisa della benzina in modo da trovare le risorse per un rinvio del ritocco dell’Iva: "È una soluzione adottata spesso. Ma i consumi di benzina non fanno che scendere da tempo e non credo che aumentare il prezzo della benzina contribuisca a far crescere questo mercato". Nella bozza del decreto è prevista inoltre una integrazione di 120 milioni di euro al fondo si solidarietà comunale istituito per il 2013 per compensare i Comuni del mancato gettito Imu e un rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per il 2013 con un’ulteriore somma di 330 milioni di euro "da ripartirsi tra le regioni". In arrivo 35 mln, per il rifinanziamento della carta acquisti e 190 milioni di euro per affrontare l’emergenza immigrati.
Salta la visita del ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni a Bruxelles prevista per lunedì prossimo. È quanto si apprende da fonti europee. Saccomanni avrebbe dovuto incontrare il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy e il commissario Ue responsabile per il mercato unico Michel Barnier. Dopo il colloquio con Napolitano e la richiesta di chiarimento da parte di Enrico Letta, la "manovrina" è saltata. Non ci sono le condizioni politiche e salta anche l’intervento per evitare l’aumento dell’Iva. È questa la valutazione condivisa all’interno del Cdm secondo quanto riferiscono fonti di governo. "In questa situazione di chiarimento da precrisi - spiegano fonti di governo - non ci sono le condizioni con la manovrina economica che era stata ipotizzata. Se ne riparlerà eventualmente dopo la eventuale ripartenza del governo successiva al chiarimento parlamentare". Un giudizio, riferiscono le stesse fonti, condiviso da tutto il Consiglio dei Ministri. Da questa riunione mi aspetto un chiarimento definitivo, non è possibile esaminare ora alcun provvedimento economico, né tantomeno il rinvio dell’aumento dell’Iva: ha dichiarato Letta.
Non mancano momenti di tensione, a quanto si apprende, nel Consiglio dei ministri in corso a Palazzo Chigi. A surriscaldare il clima, in particolare, il nodo della giustizia, sul quale il Pdl non è disposto ad arretrare di un millimetro. Questa la parola d’ordine impartita da Silvio Berlusconi, emersa con prepotenza nel corso di un lungo intervento di Angelino Alfano al tavolo di Palazzo Chigi. Il vicepremier, infatti, avrebbe puntato i piedi sottolineando che la questione giustizia non può rimanere fuori dal chiarimento nella maggioranza, non si può far finta di nulla di fronte a quanto successo al Cavaliere. Nel colloquio con il capo dello Stato, Enrico Letta avrebbe ribadito la necessità di tenere distinte le questioni del governo dalla vicenda giudiziaria che coinvolge Berlusconi.
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