Tra i benefit che la famiglia Ligresti addebitava a Fonsai spunta anche l’affitto di un elicottero "accessoriato secondo i desiderata della famiglia ed in particolare di Gioachino Paolo". "Il costo - riferisce ai pm torinesi il responsabile della sicurezza, Luciano Gallo Modena - era di circa 2 milioni di euro all’anno".
Sentito come persona informata dei fatti lo scorso 8 agosto, Gallo Modena ha raccontato ai pm di Torino che gli era stato chiesto dalla direzione di Unipol (nuovo azionista di controllo di Fonsai, ndr) di "monitorare ed elencare quali erano i benefit della famiglia Ligresti che erano a totale carico di Fondiaria-Sai". "Vi era un contratto di noleggio di un elicottero, accessoriato poi secondo i desideri della famiglia Ligresti ed in particolare di Gioachino Paolo, che prevedeva un monte ore annuale di 400 ore, tempo assolutamente sproporzionato ove si pensi che un pilota di un elicottero ha un monte ore di circa 100/150 ore annuali", ha spiegato il responsabile della security che, però, ha ammesso di non ricordare se il contratto, che sarebbe scaduto "verso la metà dell’anno in corso", durasse tre o cinque anni. Ad ogni modo, il costo si aggirava intorno ai 2 milioni di euro l’anno, "con canone fisso a gennaio e giugno, indipendentemente dalle ore in concreto effettuate".
Non bastasse l’elicottero vi erano poi contratti di noleggio con la società Eurofly, che "si impegnava a fornire su richiesta un modello all’interno di una gamma antecedentemente definita, con i vari e diversi livelli di costo a seconda del modello stesso". A differenza dell’elicottero, che era pagato a forfait, "non vi era un canone annuo, ma il costo era proporzionale all’effettivo utilizzo". L’elicottero è la più costosa di una lunga lista di spese che la famiglia Ligresti, che incassava ogni anno diversi milioni tra stipendi e consulenze, addebitava alla compagnia. Un elenco non esaustivo dei benefit ancora attivi nel 2012 era stata redatta per Piergiorgio Peluso, ex direttore generale e figlio del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, in una mail del 23 luglio, finita agli atti dell’inchiesta torinese. Salvatore Ligresti, emerge dal documento, aveva a disposizione cinque segretarie, cinque autisti e tre auto, Jonella cinque auto, due segretarie, un "supporto linguistico", due dipendenti dedicati alle sue società personali. Cinque auto anche alla sorella Giulia che si doveva accontentare di una sola segretaria e un solo autista ma che, presso la sua griffe Gilli, godeva delle prestazioni di tre dipendenti Premafin e di uno di Milano assicurazioni.
Paolo Ligresti si giostrava tra dieci auto aziendali, in gran parte di proprietà di Atahotels, assistito da sei, tra collaboratori e segretarie, e da due autisti. La famiglia siciliana disponeva inoltre di abitazioni, foresterie, uffici, utenze telefoniche messe a disposizione dalla società.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.