Berlusconi orgoglioso della sua età

Il leader azzurro si fa ritrarre al naturale sulla copertina del prestigioso Sunday Times

Berlusconi orgoglioso della sua età

Sotto la luce inclemente che punge di lato dalla foto c'è l'orgoglio della pelle che si increspa. Fa le rughe che deve fare, finalmente. Si inalbera e si distende seguendo il percorso degli anni e di tutto quello che c'è stato sotto, dentro: mogli, giudici, figli, soldi, politica, televisioni... È la prima volta che un uomo come lui, nato mediatico e vissuto nella stessa maniera, getta la maschera del cerone. Sembra molto più giovane Silvio Berlusconi quando fa il 77enne. Perché lo sguardo va in pari con tutto il resto quando attorno non c'è trucco.

Davanti ai riflettori dei fotografi del Sunday Times, per un servizio posato a corredo dell'intervista, si è svelato inaspettatamente senza belletti. Ombre, puntini e bellissimi cedimenti: il mento alto e lo sguardo altrove. È l'inizio di un'altra vita: un'altra volta. Si consegna senza arrendersi. Prima c'erano stati il Berlusconi televisivo e il Berlusconi fotografico, ma non c'era mai stato il Berlusconi privato. Non c'era mai stata la verità oltre alla «realtà» della tv. Che era quella che aveva costruito come venditore, come improvvisato commendatore degli anni Cinquanta: chioma «monolitica», camicia bianca, abito stirato e mentina in bocca, peri contatti più incresciosi e ravvicinati. Vendeva allora Berlusconi e coerentemente ha continuato a vendere come politico, un sogno per l'esattezza, tipo «posti di lavoro per tutti». E il format è stato sempre lo stesso. Quello che esigeva un direttore di rete quando scendeva a controllare lo studio prima della diretta: gente composta, presentabile, convincente. A lui, per anni, è rimasta quell'urgenza lì: di entrare «in ordine» nelle case degli italiani.

E sono stati in tanti, dopo di lui, malgrado lui, ad abbronzarsi di buon grado, a tingersi i capelli, ad usare il maglioncino girocollo blu per le dirette televisive della domenica sera, a farsi crescere una strategica, rassicurante barba bianca per invecchiare immagine e credibilità. Espedienti, abbellimenti, diversi ma uguali.

Ieri Berlusconi ci ha messo la faccia, con una mossa speculare a quando, qualche giorno prima, è andato in visita nella sede del Pd da Matteo Renzi. Si è tolto la maschera perché non servono più le maschere. Perché ormai il nemico non è più lo stesso e non servono più gli stessi trucchi per affrontarlo. Ha «trovato» Renzi, Berlusconi, che promette di «sfasciare tutto» proprio come aveva fatto lui la prima volta. Che usa gli stessi ammiccamenti che ha usato lui, anche se aggiornati: il «chiodo», i jeans, la camicia bianca con il collo aperto, il «fatemi andare che perdo il treno»... Non serve più il cerone a Silvio. Che adesso ha la Pascale, Dudù, un'altra insospettabile rimonta e un alter ego (molto alter) che clona il suo linguaggio e lo twitta, lo mette su Facebook, lo rivede senza tutto sommato correggerlo. È l'ultima cavalcata politica di Silvio, questa. Che in qualche modo ha vinto. C

ontro i bookmakers, l'anagrafe, i detrattori, la

storia. Contro il suo primo avversario che ha finito con l'essere il suo involontario miglior complice. Se non altro, perché gli ha fatto gettare la maschera. Ecco perché Silvio, alla fine, ci ha messo la faccia. Quella vera.

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