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Berlusconi: è tutto un inganno. Voto subito o il Pd si ricompatta

Per uscire dalla crisi grande coalizione subito oppure urne a giugno. Alfano: "La casa brucia basta ritardi". L'allarme: sinistra e Monti pronti a lanciare la Boccassini al Colle per danneggiarci

Berlusconi: è tutto un inganno. Voto subito o il Pd si ricompatta

Berlusconi non cambia di molto idea. L'obiettivo resta infatti il Quirinale, a prescindere dai saggi e dalle due commissioni messe in campo da Napolitano. Con un certo scetticismo per la soluzione elaborata dal capo dello Stato, qualcosa che il leader del Pdl ha accolto senza troppe preclusioni ma comunque convinto che lo schema proposto dal Quirinale non stesse granché in piedi. Per dirla con le parole di Berlusconi in privato, «mi hanno raccontato per decenni che la Costituzione era inviolabile e ora scopro che in verità si può fare serenamente quel che si vuole...». Che si può, aggiunge nelle sue conversazioni telefoniche il leader del Pdl, «fare quel che si crede...». Già, perché la soluzione indicata dal Quirinale di dubbi ne lascia molti. Nel merito della strada indicata, ma pure nella tempistica che resta difficile e delicata.

Il Pdl vuole infatti rassicurazioni sul «nome di garanzia» del nuovo presidente e non si fida delle mosse del Pd. E le commissioni dei saggi che Napolitano ha creato per fornire una base di dialogo tra lo stesso Pdl e il Partito democratico non convincono Berlusconi. Eppure il Cavaliere inizialmente aveva dato il via libera alla partecipazione di un uomo fidato, come Quagliariello, al gruppo che studia la legge elettorale.

Il timore, sollevato fin dai primi momenti dai falchi del Pdl, è che i gruppi servano soltanto a far recuperare tempo al Pd (alle prese con una lotta intestina violentissima) e a spuntare l'arma di ricatto del voto a giugno. E a questi sembrerebbe aver dato ascolto Berlusconi. Poco dopo l'annuncio del Colle della prima riunione dei due gruppi, Alfano rompe infatti gli indugi: «O c'è un'intesa politica piena che conduca a un governo di larga coalizione - avverte - o è indispensabile andare subito al voto senza che sia resa impraticabile la finestra elettorale di giugno».

«Riteniamo opportuno che il presidente Napolitano riprenda le consultazioni con le forze politiche, e che le stesse forze politiche riprendano a parlarsi. La casa brucia e non sarebbero comprensibili altri rinvii e dilazioni», si legge in un comunicato che ha anche il compito di «smentire» le accuse di «inciucio» con il Pd che arrivano dal M5S.
Lo spauracchio delle elezioni a giugno-luglio (possibile solo nel caso si arrivi immediatamente alla nomina del nuovo capo dello Stato, l'unico che potrà sciogliere le Camere) è un messaggio chiaro al Pd: discutiamo su governo e Quirinale. Purché, è il messaggio che arriva da Arcore, al Colle non vada la Boccassini, come ipotizzato dai rumors di ieri.
D'altronde, le file di chi nel partito vuole il voto a breve sono sempre più affollate. I falchi «sventolano» sondaggi più che positivi e vogliono prevenire l'eventuale discesa in campo di Renzi con il Pd che potrebbe creare un'azione di disturbo. Di diverso avviso, invece, gli alleati della Lega che temono una debacle elettorale. «I falchetti del Pdl dovrebbero mostrare a Berlusconi un sondaggio con Renzi e forse la fregola del voto passerebbe!», scrive su Twitter il senatore Volpi.

Le commissioni di saggi appaiono già in disarmo. E sono sotto attacco del Pdl. «Verifiche e approfondimenti - spiega Gasparri - sono doverosi ma devono essere rapidi. Manovre dilatorie creano solo problemi ulteriori. Peggio poi sarebbe se la sinistra usasse questo tempo per ambigue manovre per l'elezione del nuovo capo dello Stato». E poi c'e' la questione del governo Monti che resta in carica, seppur per sbrigare gli affari correnti. E il Pdl non ci sta. «I saggi non possono sostituirsi né al Parlamento neoeletto né alla necessità di dar vita a un nuovo governo», spiega Cicchitto.

«Il governo della precedente legislatura non ha alcuna legittimazione non avendo ottenuto la fiducia del nuovo Parlamento», fa eco Bondi. Più dialogante Lupi: «Bisognerebbe superare quel pregiudizio del Pd nei confronti di Pdl e Berlusconi. Se i saggi possono aiutarci siamo contenti e li sosterremo».

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