"Berlusconi, al netto ovviamente dei contenuti, ha avuto il merito incommensurabile di aver cambiato, e per sempre, il linguaggio della politica. O meglio, di averlo cambiato per una certa parte della politica, visto che alcune vecchie guardie', per così dire, ancora parlano un politichese difficilmente comprensibile". Paolo Borzacchiello, uno dei massimi esperti di intelligenza linguistica e co-creatore di HCE, Human Connections Engineering, non ha dubbi nel sostenere che il Cavaliere, nel campo della comunicazione, sia stato "il migliore in assoluto".
Dal punto di vista comunicativo qual è la più grande innovazione portata da Berlusconi nella politica italiana?
"Berlusconi ha attinto al linguaggio politico americano, ha utilizzato per la prima volta metafore che non erano mai state utilizzate prima, come ad esempio la sua “discesa in campo” e il suo “forza Italia” e ha reso spettacolare il dibattito, dal famoso “contratto con gli italiani” in poi. Ci ha fatto capire, cioè, che il mezzo è il messaggio e che non conta avere idee se non le sai raccontare alla grande. E lui l’ha fatto".
Alcuni suoi detrattori sostengono che Berlusconi sia stato il primo leader populista che ha anticipato di trent’anni il linguaggio politico odierno in Italia (e non solo). Lei cosa ne pensa?
"Sono d’accordo: è stato il primo a parlare al popolo, con il linguaggio del popolo, di argomenti del popolo, proprio come prevede la definizione di “populismo”. Ed è un dato di fatto di cui prendere atto, a prescindere che siamo estimatori o detrattori di Berlusconi. Per quanto mi riguarda, è un grandissimo merito: chi riesce ad anticipare di 30 anni tempi e mode, anche linguistiche, è comunque degno di attenzione e ammirazione. Il problema dei detrattori di Berlusconi è che confondono quello che ha fatto con come lo ha comunicato: quando dici che Berlusconi era bravo a comunicare, ti rispondono citando processi e Ruby, dimostrando di essere ottenebrati dal contenuto e di perdere di vista le capacità comunicative. E questo, peraltro, è sempre stato il vantaggio di Berlusconi: nessuno ha mai seriamente preso in considerazione le sue doti comunicative, tutti troppo acciecati dal livore personale. E la storia, a quanto pare, si è ripetuta con Giorgia Meloni".
“Siete ancora oggi come sempre dei poveri comunisti”. Perché questa frase ebbe tanto successo anche se il comunismo era già crollato e il Pci era andato in soffitta nel 1991?
"Perché è una frase carnale, di pancia, senza peli sulla lingua, capace di andare al nocciolo di una questione atavica che non si può risolvere con tinteggiature del nome o del brand: a sinistra puoi chiamarti come vuoi, per uno di destra sarai sempre un comunista, così come per uno di sinistra se voti destra sei automaticamente un fascista. Sappiamo tutti che si può essere di sinistra senza essere comunisti e di destra senza essere fascisti, ma queste divisioni nette, queste dicotomie fanno leva sulle nostre paure ancestrali e sui nostri meccanismi cognitivi. Berlusconi era capace di parlare alla pancia delle persone, ed è per questo che ebbe così tanto successo".
‘Meno male che Silvio c’è’ è una canzone/inno che dedicata a un altro leader politico avrebbe funzionato ugualmente oppure è irripetibile?
"Irripetibile. Nessuno mai ha avuto il suo stesso carisma. Non era un politico, era un uomo di spettacolo, una rockstar. Un caso unico nel suo genere. Aveva un fan club, caspita".
Nel 2000 Berlusconi vinse le Regionali girando l’Italia con "Azzurra, la nave della libertà", mentre nel 2001 vinse le Politiche firmando da Vespa “il contratto con gli italiani”. Perché queste mosse furono tanto vincenti?
"Perché non erano mosse politiche, erano mosse comunicative. Berlusconi non ha fatto politica, ha messo in scena uno spettacolo pazzesco. Modellato dai cugini americani, va detto, ma pur sempre uno spettacolo pazzesco. Uno dei problemi ancora oggi esistenti a sinistra è una oggettiva incapacità a comunicare in modo decente: sono tutti grigi, dicono sempre le stesse cose e sempre nello stesso modo. L’unico tentativo simile a quelli fatti da Berlusconi è stato il pullman di Letta. Dopo 30 anni, e con un pulmino che si è rotto il primo giorno".
Berlusconi è stato l’uomo televisivo per eccellenza, il politico più votato d’Italia e il premier più longevo. Com’è riuscito a restare così a lungo sulla cresta dell’onda e come e quanto l’uso del suo corpo e il suo carattere ironico e volitivo hanno contribuito al suo successo?
"I suoi detrattori possono dire quello che vogliono, ma è così: è stato il premier più longevo e il politico più votato.
E il principale motivo è la sua inimitabile capacità di parlare e di gestire la politica come una impresa, come uno show. Può piacere o meno, e possiamo eccepirgli un milione di errori. Lungi da me farne un santo, ma dal punto comunicativo è stato ed è attualmente il migliore in assoluto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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