Berlusconi: "Uscire dall'euro non è una bestemmia"

Il Cavaliere è necessario che la Bce assuma un ruolo più forte e pone la questione che se "la Germania insiste sulla sua posizione negativa" riguardo alla Bce "vada fuori dall’euro, o ci vanno gli altri Stati, Italia compresa"

Berlusconi: "Uscire dall'euro non è una bestemmia"

"Non credo sia una bestemmia l’ipotesi di uscire dall’euro, così da poter pensare a procedere con una svalutazione competitiva". Silvio Berlusconi, parlando alla presentazione di un libro, torna sul tema dell'uscita dalla moneta unica.

L’ex premier insiste sulla eventualità che i vari Stati dell’Eurozona possano ipotizzare una uscita dall’euro e "un ritorno alle proprie monete nazionali" e aggiunge: "Certo non sarebbe auspicabile, ma ci sarebbero anche dei vantaggi".

Per l'ex presidente del Consiglio, "non è una bestemmia" se l’Italia uscisse dall’euro per tornare a una sua moneta nel caso in cui la Bce non diventasse una banca garante del debito pubblico europeo a causa delle posizioni della Germania.

Il Cavaliere ribadisce dunque la necessità che la Banca centrale europea assuma un ruolo più forte, "di ultima istanza" e pone la questione che se "la Germania insiste sulla sua posizione negativa" riguardo alla Bce "vada fuori dall’euro, o ci vanno gli altri Stati, Italia compresa".

Secondo l'ex premier si esce dalla crisi "solo con una Banca centrale che assuma i debiti degli Stati che partecipano all’Eurogruppo e che paghi al momento opportuno i titoli pubblici in scadenza. Oggi paghiamo più del 6 per cento gli investitori che impiegano il loro denaro in titoli di Stato mentre il Giappone, che ha un debito pubblico doppio del nostro, riesce a collocare i titoli di Stato di nuova emissione all’1 per cento di interesse". Questo perché "gli investitori che investono in titoli giapponesi hanno la garanzia che alla scendenza il Giappone paga stampando moneta, come fa la Fed".

Berlusconi ha poi espresso un auspicio rivolto Monti: "Spero che il presidente del Consiglio sappia al prossimo vertice europeo di fine mese far valere la nostra solidità e la nostra forza economica e al tavolo faccia pressione affinché la Germania ammorbidisca le sue posizioni".

Tutto questo, ha continuato il Cav, in modo che "in due, tre tappe si possa arrivare ad una unica conclusione possibile, ovvero l’Europa che non si disintegri e una moneta valida che competa con le altre monete globali".

Infine, Berlusconi

rassicura sul rischio inflazione: "Un po' di inflazione non cambia nulla: negli anni ’80 avevamo un’inflazione a due cifre, ma l’economia si è sviluppata e la disoccupazione era lontana dal 10 per cento di oggi".

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