Tra brindisi, insulti, sfottò gli anti Cav festeggiano: "Ora tocca a tutti gli altri"

Popolo Viola in piazza: spumanete e Bella ciao. I grillini brindaco al Senato. Gad Lerner esulta su Twitter. Così gli anti Cav festeggiano la decadenza

Tra brindisi, insulti, sfottò gli anti Cav festeggiano: "Ora tocca a tutti gli altri"

Brindano sullo scempio della Repubblica italiana. Festeggiano con la bava alla bocca sulle spoglie della democrazia. Sono vent'anni che aspettano questo momento: Silvio Berlusconi fuori dal parlamento. Quello che non gli è riuscito democraticamente alle elezioni, se lo sono presi calpestando la Costituzione, sputtanando il regolamento del Senato e sputando in faccia a dieci milioni di italiani. Loro, gli anti Cav della prima ora, i poteri forti rappresentati dagli euroburocrati e dal New York Times, gli antagonisti del Popolo viola e i cittadini pentastellati. Loro, i livorosi alla Guglielmo Epifani che non gli sembra vero di essere riusciti laddove i vari Massimo D'Alema, Romano Prodi, Walter Veltroni e Pier Luigi Bersani hanno fallito, i democratici che non hanno mai smesso la bandiera con la falce e il martello.

Non appena l'Aula del Senato ha approvato la decadenza, le agenzie stampa, i talk show e i social network sono stati invasi da sinistri politici che avevano fretta di appuntarsi sul petto la spilla dell'antiberlusconismo militante. È una gara a chi spara l'insulto più pesante, a chi getta più fiele su una nefanda pagina della storia repubblicana. "I conti col berlusconismo non sono ancora cominciati - ha commentato Nichi Vendola - non ce ne libereremo facendo un esorcismo". Il Pd, invece, è un tripudio di dichiarazioni di soddisfazione. Dal capogruppo Luigi Zanda al responsabile Giustizia Danilo Leva, i democrat sgomitano per infierire. Non sono da meno i grillini. "Oggi i cittadini hanno potuto vedere un grande risultato che è stato possibile grazie all’impegno del M5S, perché altrimenti nulla sarebbe avvenuto in questi termini", ha esultato Michele Giarrusso intervistato da Mentana nello speciale del TgLa7. I sodali del Cinque Stelle gli hanno dato man forte srotolando sulla facciata di Montecitorio uno striscione con la scritta "Fuori uno. Tutti a casa". Negli uffici della presidenza del gruppo della Camera Paola Taverna e compagni si sono fatti immortalare in un "cin cin" con le bollicine. "È un modo per sciogliere la tensione accumulata", si è poi giustificata la grillina.

Poco più in là, nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio, si è alzato un applauso improvviso e inaspettato appena è passata la decadenza. E ancora: in piazza delle Cinque Lune il Popolo Viola ha festeggiato stappando lo spumante e intonando Bella ciao. "In galera, in galera!" hanno gridato i militanti riuniti da Gianfranco Mascia. Su Twitter, invece, Gad Lerner ha lasciato parole lapidarie: "Era ora! Vent'anni dopo Berlusconi torna fuori dalle istituzioni che lo avevano accolto e subìto a dispetto della legge". Il suo ghigno può essere solo immaginato. È l'amalgama, volgare e sbraitante, degli antiberlusconiani. Un popolo informe che esulta perché crede di aver sconfitto il nemico di sempre. Sono gli stessi violenti che avevano insultato il Cavaliere davanti al Quirinale in quel nefasto 14 novembre del 2011, quando era salito al Colle per rimettere le dimissioni nella mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sappiamo bene cosa è venuto dopo. Agli italiani è stato strappato il diritto di voto: prima è toccato al tecnico Mario Monti, adesso alle larghe intese di Enrico Letta. Oggi il cerchio si è chiuso. Il tutto col benestare di chi nelle ultime settimane ha voltato la spalle al Cavaliere pur di mantenere una poltrona al governo. "Ora tocca agli altri!", ha gridato su Twitter Beppe Grillo.

E così, in questa giornata nera per la democrazia italiana, gli odiatori di professione si trovano uniti a festeggiare. Il sito del New York Times ha dato ampio risalto alla notizia. In un pezzo dal titolo Berlusconi espulso dal Senato italiano, Jim Yardley ha così ricordato che dopo mesi di ritardi procedurali e "melodramma politico", Berlusconi "non ha potuto evitare l’inevitabile". "Il Senato d’Italia lo ha spogliato del suo seggio parlamentare - ha scritto il Nyt - un’espulsione drammatica e umiliante, anche se altri problemi si profilano al suo orizzonte".

A Firenze per ritirare il Pegaso d’oro, massimo riconoscimento della Regione Toscana, lo scrittore cileno Luis Sepulveda non ha trattenuto la propria soddisfazione: "Ora mi aspetto che Berlusconi scompaia dalla vita politica italiana, dopo 20 anni di scandali e corruzione in cui ha fatto dell’Italia un paese ridicolo agli occhi del mondo. Questo tempo deve finire e deve finire oggi".

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