La favola di Felice Crosta, pensionato più pagato d’Italia dopo essere stato il manager con lo stipendio più alto, è finita. E non con il tradizionale happy end, almeno per lui. Al superburocrate della Regione siciliana, diventato celebre per i suoi emolumenti record, La Cassazione, nel luglio scorso, aveva «dimezzato» l’indennità, portandola a circa 620 euro al giorno dagli iniziali 1.300 euro, sempre al giorno. E adesso Crosta ha detto addio al maxi-assegno. Ha infatti raggiunto un accordo con l’amministrazione per restituire i soldi in più percepiti, circa un milione di euro: ha versato un anticipo di 200mila euro e restituirà, ogni mese, 17mila euro, che verranno trattenuti direttamente in busta paga. La sua pensione, quindi, si riduce a circa 3.500 euro al mese.
Si conclude dunque una vicenda che aveva destato a dir poco scandalo, a livello nazionale. Sin dal 2006, quando Crosta, dall’allora governatore di Sicilia Salvatore Cuffaro, era stato chiamato a guidare l’Agenzia per i rifiuti con un compenso record di 460mila euro l’anno. Il supermanager si era dimesso pochi mesi dopo la nomina. Ma anche grazie ad una leggina ad hoc la sua pensione era stata calcolata sul super-stipendio percepito negli ultimi mesi di attività. Nel 2008 lo stop all’assegno d’oro.
E l’inizio di un’aspra battaglia legale che, a fasi alterne, si è conclusa l’estate scorsa, con la Cassazione che ha dimezzato gli emolumenti, portandoli a 227mila euro l’anno. Adesso l’accordo, raggiunto dal dirigente, per restituire il dovuto. Un accordo che dall’Olimpo dei pensionati d’oro lo riporta alla realtà, sia pur privilegiata, dei normali dirigenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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