Entrambe donne, entrambe ministre, entrambe si sono "fatte da sole". Una è accademica ed economista, l'altra è arrivata clandestinamente in Italia prima di laurearsi in Oftalmogia. Una è finita al governo senza fare (quasi) politica prima, l'altra si dedica alla res publica dal 2004, ma era ignota ai più finché Letta non l'ha chiamata alla sua corte. Stiamo parlando di Elsa Fornero e Cécile Kyenge, così diverse, ma così simili nell'affrontare la ribalta mediatica.
Cos'hanno in comune la torinese figlia di operai e l'oculista congolese paladina degli immigrati? Le figuracce. Fin dalla loro nomina a Palazzo Chigi entrambe sono state al centro di polemiche per gaffe o frasi infelici. Le lacrime (di coccodrillo?) della Fornero, la nazionalità della Kyenge. La ministra con l'articolo "il" da una parte, "Kashetu" dall'altra. La figlia "raccomandata" e la sorella manesca. La scorta per fare shopping e l'auto - suo malgrado - contromano. E soprattutto le due proposte principali del loro programma che non accontentano nessuno.
Non piaceva un anno fa la riforma del lavoro (né tantomeno quella delle pensioni), come oggi non piace l'idea del concedere la nazionalità italiana a chi nasce nel nostro Paese (il cosiddetto ius soli). Non interassavano allora le richieste dell'Europa, le pressioni della crisi, i "se" e i "ma" della Fornero, come oggi non interessano i "distinguo" proposti dalla Kyenge.
Ma i provvedimenti, si sa, avranno sempre qualche detrattore, soprattutto quando riguardano le nostre tasche o i nostri vicini di casa. A metterci il fantomatico "carico da novanta" sono proprio loro, che tutto fanno meno che smorzare i toni.
Vi ricordate l'ex ministro del Lavoro con i suoi "choosy", le sue "paccate", il suo scivolone coi malati di Sla e tutte le gaffe collezionate in poco più di un anno? Tra "l'Italia è un paese meticcio", il sì alla proposta di modificare "madre" e "padre" con "genitore 1" e "genitore 2" e il rivendicare con orgoglio le sue origini africane, il rischio che anche l'attuale ministro dell'Integrazione venga ricordato più per le sue uscite infelici che per le sue proposte politiche è alto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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