C'è un convento dove il diavolo non veste Prada

In una frazione di Prato alcune suore gestiscono un outlet: si vendono le grandi firme della moda. Ma per beneficenza

C'è un convento dove il diavolo non veste Prada

Scatenarsi nello shopping e non sentirsi in colpa. Neanche in tempi di crisi. Spendendo poco e dando anche una mano a chi è meno fortunato. È il sogno di qualunque amante degli acquisti, che in Toscana già da qualche anno è diventato realtà. Basta affacciarsi nell'outlet più speciale d'Italia. È stato aperto a Iolo, vicino Prato, nel 2002. Ed è ospitato, e gestito, dalle suore domenicane di Santa Maria del Rosario di Villa Martinello. Un grande stanzone, fra stendini, grucce e manichini sparsi ovunque, racchiude di tutto: borse di Prada, scarpe di Gucci. E ancora pantaloni di Armani, lingerie di Dolce e Gabbana, pellicce, cappotti, maglioni di cachemire. Tutta merce nuova, che il convento riceve da boutique e ditte del Paese perché leggermente difettata o rimasta in magazzino. Ci sono anche abiti usati, donati dalle persone del posto, che le suore raccolgono e poi mettono in vendita a prezzi stracciatissimi. L'obiettivo è dare la possibilità a tutti di comprare abiti belli senza spendere una fortuna. Ma soprattutto fare del bene. Innanzi tutto alle ragazze con problemi psichici ospitate nella casa famiglia del convento, che le suore chiamano «stelline» e che le aiutano a gestire il punto vendita. E poi alle missioni internazionali e alle persone bisognose, alle quali vengono distribuiti i proventi degli affari.
«Tutto è cominciato con la voglia di dare un futuro alle ragazze della casa famiglia - racconta suor Marinella, responsabile del progetto -. Lavoravano in un punto di raccolta degli abiti usati della zona. Poi il direttore è cambiato e sono rimaste senza questa attività. Contestualmente ci siamo rese conto che gli abiti inviati alle missioni si perdevano sempre a metà strada. Così abbiamo deciso di cominciare questa nostra attività». È bastato un po' di volantinaggio per sensibilizzare residenti della zona e negozianti. Che hanno cominciato a donare abiti e accessori. «A volte si tratta di capi bellissmi, abbiamo anche moltissimi abiti da sposa usati una sola volta. Sono tutti senza cartellino, così possiamo venderli a prezzi davvero concorrenziali». E così una borsa di Prada o una cintura di Gucci fra le mura del convento costano solo poche decine di euro. E gli affari vanno a gonfie vele. «Abbiamo un via vai continuo, specialmente in occasione delle Feste. In giorni normali contiamo circa 50 persone al giorno. Che arrivano senza un'idea precisa. Si mettono a curiosare alla ricerca del miglior affare e di solito lo concludono con successo».
I clienti sono davvero di tutti i tipi. «All'inizio arrivavano soprattutto extracomunitari e nomadi, adesso vendiamo soprattutto a italiani. Per lo più persone che non possono permettersi grandi boutique ma che non vogliono rinunciare a comprare qualcosa di bello». Il punto vendita è aperto dalle 9 alle 18.30, tutti i giorni feriali. E per chi non riesce a raggiungere il convento, ogni giovedì è possibile acquistare le stesse cose al mercato di Iolo, dove c'è un punto vendita ambulante. I proventi delle vendite sono distribuiti a persone bisognose, progetti di adozioni a distanza e missioni che le suore sostengono in India, Polonia, Romania, Ecuador e Filippine. «Ci occupiamo di molte missioni internazionali, alle quali inviamo parte dei soldi. Ma il nostro fine è anche dare una mano alle famiglie del posto, che hanno perso il lavoro e non riescono più a fare la spesa e a pagare il mutuo».


E che grazie al sostegno di questo outlet possono guardare al futuro con un po' più di fiducia. Come le «stelline», che fra una giacca e una camicetta imparano a cucire e a produrre cosmetici green. E a sorridere alla vita.


di Daniela Uva

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