Caccia alla Carfagna

Grillo incendia la Rete. E volano le minacce: "Ti prendiamo sotto casa", "ti squartiamo con la mannaia"

Caccia alla Carfagna

La rete non è lo specchio della società: qualche volta è peggio. È un concentrato e si sa che quando gli imbecilli si mettono insieme diventano pericolosi. Se poi a tutto questo si aggiunge la strategia della gogna quotidiana, cara ai Cinquestelle, ti ritrovi che ti vogliono «squartare con la mannaia». È quello che è capitato a Mara Carfagna. Siamo alle minacce personali. Un certo Federico Casadei scrive: «Ti verremo a prendere sotto casa». Non è un invito galante. È la minaccia di chi vuole seminare paura. Non è, però, il messaggio che preoccupa.

È la strategia. C'è un «popolo della rete», in realtà un manipolo sempre più vasto di deficienti, che si muove in branco e commenta in modo violento le parole di chi la pensa diversamente. Puntano politici, giornalisti, simpatizzanti, gente che passa lì per caso, tutti naturalmente colpevoli di «berlusconismo». È un'onda che si sposta a colpire strategica dove serve. Questa è l'era del virtuale, quindi l'aggressione non è ancora fisica. È al momento una minaccia di aggressione fisica. Il timore è che per la teoria dei grandi numeri un pazzo o un invasato prima o poi passi dal web alla realtà. Il modo d'agire invece ricorda il passato, quando i violenti si spostavano in massa coi manganelli in mano. Uno a cui dare una strigliata c'è sempre.

Attenzione. Cosa ha detto Mara Carfagna per attirare le minacce? Ha disapprovato l'idea del senatore pentastellato Mario Giarrusso, rilanciata dal blog di Beppe Grillo, di oscurare Mediaset.

La Carfagna si ribella all'oscurantismo e i «picchiatori» la circondano su Facebook. Se la pacificazione è questa, tutti gli sforzi del Pdl per non alzare i toni diventano inutili. Perché per fare la pace bisogna essere in due.

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