Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari, pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.
Altro che campo largo, cari amici de La Buvette, in Liguria il campo si è ristretto. Tra veleni, veti, accuse e rancori reciproci. Ve lo sareste mai immaginato? Beh, noi sì! Conoscendo i protagonisti… Ovviamente parliamo della sinistra che, nella regione governata da Giovanni Toti (lo ricordiamo, costretto alle dimissioni a causa di un’inchiesta giudiziaria) non trova il punto. L’accordo. Elly Schlein lo ha detto chiaramente: il nostro candidato è Andrea Orlando (e qui la parentesi è d’obbligo considerando che il dem ligure è stato ministro della Giustizia, un tantino fuori luogo candidarlo). Sull’ex guardasigilli la quadra sembra essere stata trovata, ma è sui compagni di viaggio che si vacilla per delle mere antipatie personali.
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È proprio vero quello che si dice, due galli non possono condividere lo stesso pollaio. Ovviamente parliamo del camaleontico Giuseppe Conte e dell’intramontabile Matteo Renzi. Al primo non va proprio giù che il senatore semplice di Scandicci lo abbia sfrattato da Palazzo Chigi. Ricordate? Fu un atto di responsabilità disse Matteo Renzi annunciando in diretta TV la sfiducia a mister 5 stelle. Un fatto grave per l’avvocato del popolo che, al popolo, appunto, mette d’avanti i propri interessi. “Per fortuna” direbbe Marco Bucci, candidato Presidente del centrodestra che, al contrario di quello che si dice, è unito e compatto attorno al sindaco di Genova.
Torniamo a loro, al quartetto cedra Schlein, Conte, Renzi e Fratoianni. Matteo Renzi lo ha ammesso candidamente al nostro Giornale: “Il centrodestra litiga su tutto ma arriva alle elezioni unito. Il centrosinistra fa mille discorsi di unità e poi prevalgono i veti di Conte. Peccato.” - e ancora - “C'è uno scontro tra Schlein e Conte. Schlein dice: facciamo l'accordo sui contenuti. Conte invece non ci vuole perché non ha ancora digerito la sostituzione con Draghi.
Vive di rancore per il passato e mi insulta: ma cosa vuole aspettarsi da uno che si dichiara di sinistra e non sceglie tra Trump e Harris?”La domanda sorge spontanea: ma dopo tutte queste stoccate avranno la faccia tosta di mettersi insieme? Magari giustificandolo come necessario per il bene dei cittadini. C’è qualcuno pronto a scommettere?
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