"Una moratoria per svelenire le elezioni". La chiede il presidente emerito della Corte Costituzionale Carlo Alberto Capotosti ai magistrati che sono entrati in politica. Ma soprattutto, la toga punta il dito sull'"intreccio perverso tra politica e magistratura" che "ha condizionato certamente il regolare andamento non solo di questa, ma anche delle ultime legislature".
In un editoriale pubblica sul Messaggero, Capotosti auspica che "i vari giudici dei diversi processi che riguardano personalità politiche procedano, nell’ambito della loro discrezionalità, a sospendere in via di fatto i rispettivi giudizi in corso". Il tutto per "rispettare l’imperativo di impedire il sorgere di recriminazioni, da una parte e dall’altra, susseguenti alle varie decisioni".
Il presidente emerito della Corte Costituzionale fa poi riferimento al processo Ruby e spiega che "è quanto mai opportuno cercare di evitare in questo periodo ulteriori tensioni dovute a vicende giudiziarie che coinvolgano personaggi politici, specie
se molto noti, come, ad esempio, Berlusconi. Ecco perché non contribuisce davvero a raffreddare l’ambiente la notizia che il processo Ruby continuerà e forse addirittura si concluderà in piena campagna elettorale".
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