Il Carroccio attacca la onlus che dovrà ospitare Riina Jr E la presidente si dimette

Ancora bagarre sul trasferimento del figlio del boss a Padova. Il Carroccio attacca la presidente della onlus: "Nel 1994 fu arrestata per detenzione di droga"

Il Carroccio attacca la onlus che dovrà ospitare Riina Jr E la presidente si dimette

Il leader leghista Umberto Bossi non aveva certo usato mezzi termini. "Il Nord deve reagire con la pena di morte". Una dichiarazione di guerra contro i giudici della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo che sabato scorso hanno accolto l’istanza di Giuseppe Salvatore Riina. Ai leghisti proprio non va giù che il figlio 34enne del boss mafioso Totò Riina lascerà Corleone, dove sta scontando la sorveglianza speciale dopo essere uscito dal carcere, per trasferirsi a Padova e lavorare all'interno di una onlus. Il gruppo dei lumbard a Palazzo Madama ha già presentato una mozione in cui impegna il governo a rendere vincolate il parere degli amministratori locali nei casi di trasferimento di esponenti mafiosi in località diverse da quelle di residenza.

Mentre a Venezia si attende l'arrivo della commissione antimafia, il trasferimento di Riina Jr. rischia di creare un pesante precedente che proprio non piace ai leghisti veneti. La protesta si sposta da Padova a Roma. Il gruppo del Carroccio ha chiesto direttamente l'intervento del governo. Non solo. I lumbard hanno, infatti, chiesto un'ispezione del ministro della Giustizia al tribunale di Palermo. "Non vogliamo più questi trasferimenti - ha spiegato Gianpaolo Vallardi, capogruppo per il Carroccio in commissione antimafia - nei nostri territori che hanno consentito, dagli anni Settanta, il consolidamento della presenza mafiosa e 'ndranghetista tanto da inquinare e danneggiare l’economia del nord, penetrando nel mondo imprenditoriale, nella pubblica amministrazione, negli appalti e nella politica".

La presa di posizione della Lega Nord non è affatto piaciuta alla presidente della onlus, alla quale il figlio terzogenito del boss di Cosa Nostra sarà affidato, tanto che ha deciso di rassegnare le dimissioni. Come riporta il Corriere del Veneto, a far arrabbiare Tina Ciccarelli, fondatrice dell’ associazione "Noi famiglie padovane contro l’emarginazione", è stato il riferimento fatto da alcuni leghisti ai trascorsi giudiziari.

Nel criticare aspramente il soggiorno in terra veneta di Riina, la Lega aveva, infatti, ricordato che la donna era stata arrestata nel 1994 dopo essere stata "pizzicata" dalle Fiamme Gialle con addosso un chilo di hascisc e 13 grammi di eroina. La presidente ha spiegato che la rinuncia alla carica è "irrevocabile", anche se l’associazione le avrebbe chiesto con insistenza di ripensarci.

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