Massacrano di botte un ragazzo di destra, antifà liberi dopo solo una settimana

Sabato scorso l'aggressione di Padova. Fdi denuncia: "Non si può ignorare il clima di tensione"

Massacrano di botte un ragazzo di destra, antifà liberi dopo solo una settimana
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Ricapitoliamo i fatti: lo scorso sabato, una ventina di attivisti del centro sociale Pedro di Padova ha aggredito alcuni militanti di CasaPound. Lo hanno datto in Prato della Valle, proprio mentre i ragazzi di destra, dopo aver allestito un banchetto, se ne stavano per andare. Era, quello, il momento più adatto perché la Digos, monitorata per ore la situazione, se ne stava per andare. La furia dei ragazzi di sinistra è tremenda. È rabbia mista a odio. Nel gruppo ci sono anche alcune ragazze che non si tirano indietro, anzi: a tratti sono quelle che colpiscono con più violenza. Inizialmente pare che un militante di CasaPound possa perdere un occhio, ma poi lo scenario per lui migliora. Tre militanti del centro sociale vengono arrestati e poi rilasciati, ad altri 12 attivisti viene dato il foglio di via e gli viene proibito di entrare nel Comune di Padova per quattro anni. Si oppongono perché sono studenti e lavoratori. Dicono che è illegale.

A distanza di una settimana, CasaPound è tornata in piazza. Sempre in prato della valle. Sempre guardata a vista per evitare nuovi scontri. Ma le polemiche non sono terminate. Perché la liberazione degli attivisti del Pedro ha creato grande scandalo. “Ho presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno Piantedosi sui fatti accaduti sabato mattina a Padova", ha detto il deputato di Fratelli d'Italia, Silvio Giovine. Che poi proseguito: "Non si può ignorare il clima di tensione che si sta diffondendo, alimentato dai toni sempre più esasperati dei centri sociali e degli ambienti antagonisti, i cui comportamenti in Veneto negli ultimi mesi hanno evidenziato un pericoloso innalzamento del livello dello scontro, con episodi violenti e dichiarazioni al limite del sovversivo. Il rischio che si inneschi un effetto emulativo è concreto e non va sottovalutato, perché simili dinamiche possono rapidamente sfuggire al controllo, compromettendo la sicurezza pubblica e il sereno svolgimento del dibattito democratico”.

Anche perché, durante questa settimana, da parte del Pedro non è arrivato alcun segno di ravvedimento. Anzi. Il centro sociale ha puntato tutta la sua difesa su una posizione vittimistica lamentando mancanza di libertà. Quasi a giustificare il pestaggio. Come nota Giovine, che parla di "una violenza indiscriminata, ma anche di rifiuto del riconoscimento della gravità dei fatti e di una sorta di sfida alle istituzioni”. Anche perché le violenze compiute da Pedro e Bocciodromo sono sempre di più. “È inaccettabile – prosegue Giovine – che il confronto politico degeneri in intimidazioni e violenze fisiche, alimentando un clima di paura e limitando la libertà di espressione. Una deriva che va fermata subito. Va assicurato a tutti il sacrosanto diritto di esprimere liberamente le proprie idee, senza il timore che questo possa determinare aggressioni o ritorsioni. Un ringraziamento alle forze dell’ordine per il pronto intervento che ha portato a individuare subito alcuni dei responsabili.

Ho voluto evidenziare nell’interrogazione la scelta della magistratura patavina di liberare subito i fermati. Chi ricorre alla violenza e alla prevaricazione per imporre le proprie posizioni mina le basi della nostra democrazia e deve essere perseguito con determinazione”.

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