"Il servizio mandato in onda domenica da Report, in cui è stato diffuso l'audio della conversazione telefonica dell'ex ministro Sangiuliano e sua moglie, è compatibile con quanto previsto sul piano normativo e contrattuale dal Servizio Pubblico?". È questa la domanda che i membri di Fratelli d'Italia della Commissione di Vigilanza Rai pongono al presidente ed all'amministratore delegato della Rai in merito al servizio di Report in cui si parlava di nuovo della vicenda Boccia-Sangiuliano.
I parlamentari chiedono lumi soprattutto sulle modalità cui sono state condotte queste inchieste, se sono in linea con il Servizio pubblico "oppure gettano discredito su una trasmissione d'inchiesta così rilevante per la Rai come Report?". Chiarimenti che vengono richiesti anche a seguito della nota con cui lo scorso settembre l'Autorità garante per la protezione dei dati personali raccomandava ai media e ai siti web il "più rigoroso rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali, in particolare, al criterio dell'essenzialità dell'informazione". L'Autorithy si raccomandava di"garantire la dignità di tutte le persone coinvolte, omettendone la pubblicazione quando non rispondono a un'esigenza realmente informativa su vicende di interesse pubblico". L'iniziativa dei meloniani è volta quindi a sapere come la Rai intenda "stigmatizzare inchieste svolte attraverso queste modalità", conclude.
Anche Andrea Romoli del Cdr del Tg2 ha espresso la sua solidarietà e vicinanza alla collega Federica Corsini, moglie dell'ex ministro Gennaro Sangiuliano la cui vicenda personale è stata " messa alla gogna" nel corso dell'ultima puntata della trasmissione Report durante la quale è stata diffusa una conversazione telefonica avuta con suo marito. Anche Romoli sottolinea l'intervento del garante della privacy e la necessità di rispettare "la dignità della persona" e "il criterio dell'essenzialità dell'informazione" evitando, dunquem di pubblicare "quanto non risponda a esigenze realmente informative su vicende di interesse pubblico". "Nel caso specifico non può essere considerato di interesse pubblico lo shock di una moglie che riceve dal marito una confessione e la cui voce viene illegalmente carpita e poi diffusa sui media, provocandole uno stato di prostrazione e intenso stress emotivo", accusa Romoli che contemporaneamente stigmatizza "l'imbarazzante silenzio che su questa vergognosa vicenda viene osservato da chi, siano essi organismi sindacali o di categoria, ha l'indignazione spesso facile ma sempre, inevitabilmente selettiva e a corrente alternata".
Il servizio di Report è stato stigmatizzato sul Corriere della Sera anche dal noto critico Aldo Grasso che definisce "vergognosa" l'inchiesta di Luca Bertazzoni "non nuovo a questi «servizi" e si domanda: "Ma è giornalismo del servizio pubblico mandare in onda una conversazione tra una moglie furibonda perché tradita e un marito che pavidamente accampa scuse? È uno scoop o solo una mascalzonata? Che cosa c’entra quel dialogo con l’informazione, con presunte irregolarità pubbliche?". Grasso, poi, ricorda che "non è la prima volta che «Report» di Sigfrido Ranucci (descritto molto vicino ai 5stelle) s’incanaglisce con questi audio rubati («audio esclusivi venuti in possesso di Report!»), con queste interviste con la telecamera nascosta, con questi fastidiosi pedinamenti stradali, con questa spazzatura spacciata per giornalismo d’inchiesta (Rai3)".
Grasso si chiede se lo scopo di questa nuova inchiesta sia quello di "mettere alla berlina un funzionario del ministero, Francesco Gilioli, che è stato sostituito per avere eseguito gli ordini del ministro" oppure "inseguire per strada Clemente Contestabile, consigliere diplomatico del ministero, solo per infastidirlo".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.