Tutti col fiato sospeso. I rischi, come commenta Carlo Calenda di Azione, «possono essere peggiori delle opportunità». La situazione interna in Russia, con l'armata Wagner che prima abbandona il fronte ucraino in polemica con Putin e poi annuncia un dietrofront, è la principale preoccupazione per i protagonisti della politica italiana. Con la Meloni che convoca un vertice a distanza mentre si trova ancora in Austria. In collegamento c'erano i ministri degli Esteri e della Difesa, Antonio Tajani e Guido Crosetto, e i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. E proprio Esteri, Difesa e intelligence in coordinamento con Palazzo Chigi stanno analizzando lo scenario, in costante contatto con gli alleati della Nato e dell'Unione Europea. Così una nota di Palazzo Chigi. Un vertice per fare il punto della situazione con un costante aggiornamento sulla situazione interna della Federazione russa. «È un problema interno al Paese - spiega il vicepremier Tajani - non tocca a noi interferire o intervenire». Dal Lussemburgo, dove partecipa a un G7 dei ministri degli Esteri, Tajani conferma che il tema russo è al centro del dibattito sia in sede europea che Nato. «Per adesso - spiega - l'unica urgenza era contattare con la nostra unità di crisi gli oltre 5mila italiani residenti in Russia. Cosa che abbiamo fatto». «Quanto accade - commenta la premier dall'abbazia di Goettweig - racconta una realtà diversa da quella che la propaganda russa ci ha raccontato in questi anni sullo stato di salute e la solidità, la compattezza della Federazione. Dobbiamo tenerne conto in termini di imprevedibilità». La Meloni spiega anche come si sta muovendo il governo italiano. «Siamo in contatto con gli alleati - dice -. L'obiettivo principale è di non farci distrarre dall'impegno per il sostegno all'Ucraina, che continua a dare una grande prova di resilienza». La premier non perde occasione per rispondere a chi afferma che fornire armi all'Ucraina aumenta il rischio di escalation: «Chi lo dice non capisce che è vero il contrario: se non avessimo aiutato gli ucraini, oggi vivremmo in un mondo più insicuro, in cui vale il diritto del più forte. Ciò che facciamo è difendere stabilità, pace e sicurezza». «Non abbiamo fatto la guerra alla Russia, non siamo contro la Russia, contestiamo la violazione del diritto internazionale da parte di Putin che guida in questo momento la Federazione» aggiunge il ministro degli Esteri che sui nostri connazionali in Russia precisa: «Non si parla di evacuazione, perché al momento non ci sono pericoli». La situazione, però, è monitorata ora per ora dall'Unità di crisi. Dall'opposizione Benedetto Della Vedova (+Europa), chiede all'esecutivo di «riferire al più presto in Parlamento sullo sviluppo della crisi russa, sulle valutazioni in sede europea anche rispetto ai riverberi sull'Ucraina e sulla situazione degli italiani presenti nel paese». Un passaggio alle Camere del governo per spiegare l'evolvere della situazione lo chiede anche Raffaella Paita, che guida il gruppo di Azione-Italia viva al Senato. Nemmeno il parziale dietrofront di Prigozhin («torniamo in Ucraina») abbassa il livello di preoccupazione del mondo politico italiano. «L'instabilità della Russia crea degli enormi problemi non solo all'Italia e all'Europa, ma al mondo - spiega il ministro Gilberto Pichetto Fratin dalla Festa azzurra di Novara -.
Attualmente è difficile fare valutazioni conclusive». «Un segnale chiaro c'è - ricorda la senatrice di Fratelli d'Italia Isabella Rauti -: la Russia non è quel monolite che ci è stato raccontato. E la sua crisi interna non può non sortire effetti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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