Centro in Albania, cosa c'è dietro l'escamotage dei due migranti "minorenni"

L'intesa tra l'Italia e l'Albania funziona. Come dimostra questo caso

Centro in Albania, cosa c'è dietro l'escamotage dei due migranti "minorenni"
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Bastano due sedicenti minori e due "vulnerabili" a confermare la bontà del protocollo Italia-Albania sui migranti che piace a Olanda, Francia e Paesi nordici europei, tanto che per il presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen "l’intesa farà trarre una lezione alla Ue" sul contrasto all’immigrazione clandestina.

I primi 16 profughi in cerca del diritto d’asilo sono arrivati stamattina attorno alle otto a bordo della nave Libra della Marina al porto di Shengjin in Albania: sono 10 egiziani e sei bengalesi, soccorsi lo scorso 13 ottobre a bordo di due imbarcazioni di fortuna partite da Sabratha e Zuara, in Tripolitania, hanno percorso a piedi il breve tratto fino all’ingresso della struttura, dove li attendevano medici, interpreti e mediatori culturali. Una volta sottoposti ai controlli sanitari e alle procedure di identificazione sapranno in tempi brevi se sono destinatati al rimpatrio (saranno quindi spostati nel Cpr di Gjader) o se potranno chiedere asilo in Italia.

Qualche ora fa si è diffusa la notizia che due di loro sarebbero in condizioni di "estrema vulnerabilità", altri due si sono dichiarati minorenni: sarebbero stati tutti imbarcati su una motovedetta diretta in Italia. "Dopo un viaggio di mille miglia su una nave della Marina Militare dovranno essere riportati in Italia. È la conferma dell’assurdità di misure che questo governo ha pensato di utilizzare, nonostante l’identificazione dei naufraghi in mare sia illegittima e violi le norme internazionali e costituzionali", scrive sui social Nicola Fratoianni di Avs. Un escamotage, probabilmente, visto che avrebbero potuto dirlo prima di salire sulla nave ma che conferma la bontà del protocollo. In passato, infatti, molti minori sono rimasti nei Cpr con gli adulti perché non in tutti i porti dove sbarcano i migranti è possibile avere strutture governative di prima accoglienza. Si tratta di centri che rispondono alle esigenze di soccorso e di protezione immediata di tutti i minori non accompagnati, come specificato dalla legge numero 47 del 2017, attivati e gestiti dal ministero dell’Interno, in convenzione con enti locali e finanziati sul Fondo asilo migrazione e integrazione.

I minori hanno infatti diritto di chiedere la protezione internazionale, che va riconosciuta entro dieci giorni sulla base di una procedura unica disciplinata dalla legge, che prevede, in assenza di documenti, esami socio-sanitari, con il consenso del minore e con modalità il meno invasive possibili. La presunzione della minore età prevale anche nel caso in cui permangano dubbi sull’età, anche in seguito all’accertamento.

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