Centrodestra unito in piazza a Catania "È scelta di campo". Domani alle urne 3 milioni di italiani

Coalizione unita nei 4 capoluoghi siciliani. E le sfide dei 7 ballottaggi Meloni, Salvini e Tajani con Trantino: "Locomotiva dell’isola"

Centrodestra unito in piazza a Catania "È scelta di campo". Domani alle urne 3 milioni di italiani
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È una primavera ricca di elezioni amministrative, quella del 2023, con il centrodestra che dopo l'ottimo risultato ottenuto al primo turno deve ora fare i conti con la storica difficoltà di mobilitare l'elettorato nel secondo turno di domani e dopodomani. Non ci sono solo i ballottaggi - convocati in 41 Comuni - perché nel fine settimana si riparte con un nuovo turno di amministrative in 167 comuni di Sardegna e Sicilia, tra cui 4 capoluoghi di provincia siciliani: Catania, Ragusa, Trapani e Siracusa. Al ballottaggio andranno invece Ancona, Brindisi, Massa, Pisa, Siena, Terni e Vicenza. Due settimana fa la coalizione di centrodestra ha preso più voti in cinque capoluoghi che ora vanno al ballottaggio, il centrosinistra in uno, mentre in un altro sono in vantaggio Lega e Forza Italia, ma senza Fratelli d'Italia. In sei capoluoghi il nuovo sindaco è stato eletto al primo turno: in quattro capoluoghi ha prevalso il centrodestra. E nelle prossime 48 ore saranno quasi 3 milioni gli italiani chiamati. I leader del centrodestra per dare un segnale simbolico di unità hanno scelto di ritrovarsi insieme ieri a Catania, dove Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani, Maurizio Lupi insieme al governatore siciliano Renato Schifani - presenti anche i ministri Nello Musumeci e Maurizio Schillaci - sono saliti sul palco in piazza Università per sostenere la candidatura a sindaco di Enrico Trantino. Presenze pesanti che fanno intuire la valenza politica di questo voto. «Non è stata una settimana rilassante» dice Giorgia Meloni facendo riferimento al sostegno alle zone alluvionate. «Ma era importante essere qui per varie ragioni: per quante cose ci si trovi a fare, hai sempre bisogno di tornare in piazza a chiedere alla gente cosa pensano di quello che stiamo facendo. Da qualche parte bisogna tornare a prendere l'energia». La premier promette di non arrendersi sull'immigrazione: «Noi siamo nella peggiore congiuntura possibile in termini di flussi migratori, ma vi prometto che la spunto io alla fine. E quando risolveremo questo problema non sarà una boutade, ma una soluzione strutturale». Matteo Salvini batte invece sul tasto dell'unità della coalizione: «Più criticano e più ci uniscono. La nostra squadra governerà cinque anni. Conte e Schlein si rassegnino. Giorgia non è solo un bravissimo premier ma anche un'amica che ogni giorno stimo e apprezzo di più: sono convinto che lavoreremo insieme a lungo». E se Maurizio Lupi traccia la strada per continuare a governare bene - «fare le cose, rispondere concretamente alla voglia di cambiare l'Italia, poche parole e molti fatti» - Antonio Tajani prima porta «il saluto di un grande tifoso di questa squadra che sta per vincere le elezioni: Silvio Berlusconi». E poi ricorda quanto «abbiamo lavorato per l'unità del centrodestra in tutti i capoluoghi della provincia. Nei 4 capoluoghi il centrodestra è unito. Questa è la nostra forza». Enrico Trantino invece punta sulla necessità di ridare forza alla sua città, a partire dalla percezione esterna. «Non è retorica se dico che ci vuole veramente amore. Bisogna invertire la tendenza narrativa di questa città.

Pensiamo al 1993, in c'erano scippi, rapine, 100 omicidi l'anno ma c'era una comunicazione favorevole. Dobbiamo iniziare da questo». Un primo passo per fare di Catania, come dice Giorgia Meloni, «una locomotiva di rinascita per la Sicilia».

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