Che brutto mestiere l'ospite indesiderato

A cosa serve battersi per affermare una opinione, o un principio, che verrà comunque distorta, male interpretata, strumentalizzata e adoperata contro chi la esprime? Insomma, l'esercizio della libertà di espressione non dovrebbe costarci fatica, non in un Paese civile e democratico

Che brutto mestiere l'ospite indesiderato
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Carissimo Feltri,

l'altra sera hai dato un colpo magistrale a quel circoletto di idioti ignoranti. «Mi sono rotto i coglioni e me ne vado». Bravo! Sei stato un vero Eupatride! Io ti rammento che la X MAS è sulla lista delle medaglie d'oro del Quirinale. Questa era la risposta da dare a quei due poveri ignoranti assoldati dalla Berlinguerra. Non si può parlare con chi non conosce la Storia. Allora che cosa dovremmo dire dei Bersaglieri che dalla breccia di porta Pia dettero l'assalto alla capitale della Cristianità? E di Garibaldi che assaltò il Regno delle due Sicilie? Era anche lui un Fascista? Per la signora Rita Dalla Chiesa, la quale rivendica di essere nata e cresciuta fra i militari, andiamo all'agosto del 1943. A Fregene, in una villetta presso il mare, abitava il colonnello Ettore Muti (eroe fin dalla prima guerra), in compagnia

di una bellissima donna. Il capo del governo, generale Badoglio, dette l'incarico di andarlo a prelevare ai Carabinieri, dei quali solo si fidava. Durante il trasferimento si udirono degli spari. Ettore Muti venne ucciso. Aveva un foro nella nuca. L'autopsia non venne registrata. Poi il governo, con tutti i militari che osservarono il silenzio più discreto, fuggì ad Ortona e s'imbarcò per Brindisi lasciando senza ordini il povero generale Caviglia a Roma a gestire il post-fuga. Così si sfasciò tutto l'Esercito che stava nelle zone occupate. Vedi strage di Cefalonia, con la Divisione Acqui passata per le armi e gli assalti dei partigiani titini a tutti i reparti che si trovavano nella Jugoslavia. Furono i reparti della X Mas che si batterono contro i titini, nel Friuli-Venezia Giulia, per proteggere le popolazioni italiche.

Vedi, caro Feltri, non si può andare a discutere

con chi è ignorante come quelli che frequentano la compagna Berlinguer. Avevo un cugino avvocato che mi disse questo proverbio romanesco: «È mejo lavorà per chi nun te paga che parlà con chi nun te capisce». Accolga questa mia nota in segno di simpatia e rispetto da un vecchio di 93 anni che per lavoro è passato su per la Val Brembana e la Valtellina quando esisteva ancora La Vizzola.

Ludovico Ricci

Caro Ludovico,

è con immenso piacere che ho letto la tua lettera. La saggezza acquisita con l'età - e so che mi puoi capire - mi induce ad abbandonare il campo quando i cretini diventano la maggioranza. A cosa serve battersi per affermare una opinione, o un principio, che verrà comunque distorta, male interpretata, strumentalizzata e adoperata contro chi la esprime? Insomma, l'esercizio della libertà di espressione non dovrebbe costarci fatica, non in un Paese civile e democratico. Invece sempre più spesso accade che, a causa della dittatura del politicamente corretto cui tutti si sono sottomessi per essere considerati «brave persone», colui che non la pensa come la maggioranza venga insolentito, deriso, attaccato senza che gli venga concessa la chance di spiegarsi. Questa incapacità generale di accettare un pensiero

avverso al proprio è sintomatica di una decadenza generale umana, giuridica, sociale. Non mi fa più specie. Non ci sto male. Semplicemente mi alzo e mi ritiro. Nulla è più sciocco del seguitare a conversare con chi è indisposto ad ascoltare. Ed io, peraltro, ho da tutelare il mio benessere e la mia serenità, beni prioritari rispetto all'esigenza di illustrare a Berlinguer la mia prospettiva.

In tv si è perso il senso dell'ospitalità, l'ospite, ossia l'invitato a partecipare al dibattito, dovrebbe essere rispettato e non trattato con sufficienza o processato.

Colpisce che chiunque osi dire una parola a favore del generale Vannacci, neodeputato europeo, venga redarguito e ritenuto fascista, razzista, sessista, nazista. Finalmente viene eletto un soggetto dal curriculum brillante, ricco di meriti, riconoscimenti e onorificenze, e noi non facciamo altro che

denigrarlo e dipingerlo come l'uomo peggiore al mondo, attaccandoci ad ogni sua sillaba.

Il generale Vannacci ha servito lo Stato e il popolo italiano con onore, nessuno meglio di lui rappresenta il senso del dovere, del sacrificio, dell'impegno per alte cause, tuttavia egli viene infangato mentre Ilaria Salis, la pluricondannata per reati violenti compiuti anche contro i simboli dello Stato, viene santificata dalla medesima gente che si scaglia contro l'eletto della Lega.

Ha ragione Vannacci, è un mondo al contrario.

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