Tra una fake news sul governo e un silenzio imbarazzato sul Qatargate, in casa Pd non si fa altro che parlare di primarie. Da un certo punto di vista è anche logico: dopo il tracollo senza precedenti alle elezioni del 25 settembre, è più che comprensibile tentare l’ennesimo restyling. Da Zingaretti a Letta, la musica non è cambiata. Ora il popolo dem non aspetta altro che le primarie: è già partito il testa a testa tra Stefano Bonaccini e la nuova paladina della sinistra Elly Schlein. In lizza anche Paola De Micheli, anche se i sondaggi la vedono attorno al 2%. Ma non è finita qui: dopo aver preso del tempo, dopo riflessioni su riflessioni, al termine di un’analisi costi-benefici che neanche il buon Toninelli, anche Gianni Cuperlo ha deciso di candidarsi alla segreteria democratica.
“In discussione l’esistenza del Pd”
Nelle ultime ore si è parlato molto – sempre nel mondo dem, sia chiaro – del possibile ritorno in campo di Cuperlo. Prima è stato accostato al ruolo di primo sostenitore della De Micheli, poi alla corsa al dopo-Letta. E l’ex presidente dem si è preso del tempo per fare la sua scelta, ribadendolo a più riprese – rigorosamente in occasioni pubbliche – declamando l’imminente scioglimento dell’arcano. Poi, la fumata bianca: sì, scendo in campo.
Ed ecco la pioggia di interviste, si parte da Repubblica: "Con umiltà ci sarò perché in discussione questa volta è l'esistenza del Pd. Non pesano solo la sconfitta e i sondaggi, ma il non aver mai voluto discutere la perdita dei sei milioni di voti dal 2008 a oggi. Vorrei aiutare a farlo nella chiarezza delle idee, fuori da trasformismi che hanno impoverito l'anima della sinistra". Poi ecco l’Huffington Post, con tono più filosofico:"C'è il rischio di una deriva greca o francese del Pd, devo farlo anche se la ragione me lo sconsiglia. Ci ho riflettuto, so benissimo che ci sono due candidature favorite, ma è un congresso talmente importante che nella prima fase, quella dove a votare saranno gli iscritti, chi ha delle idee sul dopo credo abbia persino il dovere di esporle e discuterle".
Cuperlo ci riprova
Il mondo Pd invoca nuove idee – o anche solo qualcosa che non sia la denigrazione dell’avversario – e facce fresche. Cuperlo non fa parte di quest'ultima categoria, ma ha dalla sua l’esperienza – è in campo da trent’anni tra DS, PDS, PCI e Pd – e anche una certa abitudine alle primarie. Deputato fino al 2018, il triestino tentò la scalata al vertice già nel 2013: contando sull’appoggio di diversi pezzi dem, provò a dare filo da torcere a Matteo Renzi, al tempo sindaco di Firenze. Risultato? Renzi stravinse con il 67,55% dei voti; Cuperlo raggiunse a malapena il 18. Ancora peggio Pippo Civati, al 14,24%. Una debacle impressionante.
Nonostante l’annuncio in grande stile e un’attesa degna delle migliori star di Hollywood, per Cuperlo la strada sarà particolarmente in
salita. Molto, molto difficilmente riuscirà a impensierire il tandem Bonaccini-Schlein, destinato al testa a testa. Più verosimile il confronto con la De Micheli per evitare il cucchiaio di legno. Che la sfida abbia inizio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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