La cittadinanza non si può regalare

Considerazioni sulle posizioni politiche relative allo ius scholae

La cittadinanza non si può regalare
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Egregio Dottor Feltri, leggo oggi sul nostro giornale un articolo di Minzolini, che stimo molto, a favore del cosiddetto ius scholae. A parte le mie riserve in merito, mi chiedo a chi può giovare tirar fuori questo argomento a ferragosto. È chiaro che la disponibilità di Forza Italia a votare a favore insieme con la sinistra ha come necessaria conseguenza la caduta del Governo. Mi sorge il dubbio se il partito non sia eterodiretto da parte di chi teme provvedimenti a lui sgraditi. Gradirei conoscere la Sua illuminata opinione in merito.
Antonio Nomis di Pollone
Sanremo

Caro Antonio, nessuno trama perché il governo cada, te lo assicuro. Né a destra né a sinistra c'è l'intenzione di mettere a rischio la propria poltrona. Inoltre, quantunque i battibecchi non manchino all'interno della coalizione di centrodestra, l'alleanza non è assolutamente posta in discussione. I partiti, che vivono in uno stato di campagna elettorale permanente, tentano di strapparsi reciprocamente consensi, il che non implica il desiderio di correre in anticipo alle urne. Non filano lisci i matrimoni, nemmeno quelli d'amore, perché mai allora dovrebbero funzionare sempre alla grande i sodalizi politici dove l'unica cosa amata è il bramato potere? Non mi stupisce neppure un po' che i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani si punzecchino sui social network testando l'orientamento popolare. Trattasi di ordinaria amministrazione. Di sicuro, tuttavia, questo esecutivo è molto meno litigioso di quelli del passato, in cui ad unirsi sono state forze incompatibili dal punto di vista ideologico, cosa che ha reso quei governi fragili ed inefficaci, pronti a sbriciolarsi per poco. All'interno di una coalizione, così come all'interno di un medesimo partito, possono emergere punti di vista, correnti e posizioni dissonanti, ciò che conta è la comunione di intenti nonché la coesione nell'agire. L'obiettivo, che forse può apparirti banale e romantico, deve essere comune e indiscutibile: il bene dell'Italia e del suo popolo sovrano.

Per quanto riguarda l'argomento spinoso della concessione della cittadinanza, esso viene tirato fuori ciclicamente, in particolare dopo le Olimpiadi. Ed è successo un'altra volta. È tematica non urgente, che non appassiona gli italiani, i quali sono alle prese con ben altri problemi e preoccupazioni. Del resto, abbiamo già delle leggi in vigore in materia e non si comprende la ragione per la quale esse dovrebbero essere ora modificate allo scopo di agevolare ancora di più l'ottenimento della cittadinanza, che non è assolutamente preclusa ricorrendo determinati parametri e requisiti. In Italia la cittadinanza può essere concessa alla maggiore età e dopo dieci anni di residenza legale e ininterrotta sul nostro territorio o quando lo straniero sposa una persona cittadina italiana e dopo una residenza di almeno due anni dalle nozze. Non mi pare dunque che siamo Nazione che neghi la cittadinanza. Se altri Paesi la concedono più facilmente e in modo più rapido, obiezione questa che viene spesso sollevata da coloro che vorrebbero regalare la cittadinanza a chiunque, non è affare nostro. Insomma, perché mai dovremmo imitare gli altri? Peraltro noi siamo interessati in maniera drammatica dal fenomeno della immigrazione clandestina di massa e dobbiamo cercare una ricetta adatta a noi senza emulare quello che avviene al di fuori dei nostri confini, che ci viene proposto sempre come opportuno e giusto. Se introducessimo il metodo voluto dalla sinistra, ossia quello dello ius soli, per cui chiunque nasca in Italia diventa italiano, o quello auspicato da Forza Italia, lo ius scholae, per cui dopo qualche annetto di studi sulla penisola si acquisisce la cittadinanza, temo che incoraggeremo tanta gente a correre illegalmente sulle nostre coste per godere delle nuove agevolazioni, ovvero per divenire a tutti gli effetti cittadini italiani, magari senza neppure parlare la nostra lingua in modo decente. Gli sbarchi sono diminuiti vertiginosamente e non mi sembra il caso di invertire tale virtuosa tendenza, risultato che abbiamo raggiunto dopo mesi e mesi di dura e intensa attività diplomatica condotta in prima persona dalla premier Meloni.

Sarebbe il caso che a destra e a sinistra ci si concentrasse sulle problematiche vere degli abitanti del Belpaese, lasciando perdere i dibattiti evanescenti, dettati dalle mode, nati da polemicucce isteriche e destinati a spegnersi dopo avere vanamente riempito le pagine dei giornali.

La cittadinanza non è un omaggio da elargire indiscriminatamente.

Essere italiani e fare parte del popolo italiano, non semplicemente della popolazione, per noi è e resta un valore. Qualcosa da meritare e di cui essere consapevoli. Non vogliamo essere un club esclusivo ma nemmeno un bordello di infima categoria.

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