La Coca Cola, le tasse e le lobbies

Che razza di Stato è quello che attraverso la leva fiscale vuole imporre stili di vita corretti? Si chiama Stato totalitario

Ormai tutti i commensali sanno dell’assurda tassa che si vuole imporre sulle bibite zuccherate. In questa cucina si serve soprattutto vino (meglio se un bel nero di troia della Tenuta rasciatano, a proposito di conflitti di interesse del cuoco). Ma la tassa sulla Coca è una follia. Lasciamo per un attimo perdere i motivi economici, che pure sono fondamentali. Tralasciamo le ipocrisie governative, che considerano le bibite come la benzina e cioè il modo più comodo per fare cassa. Dimentichiamo l’effetto Laffer per il quale a forza di tassare i consumi questi dimuinuiscono o vengono sostituiti da succedanei esenti, erodendo così il gettito fiscale previsto. Insomma dimentichiamo che si tratta dell’ennesima tassa. E andiamo al punto fondamentale. Che razza di Stato è quello che attraverso la leva fiscale vuole imporre stili di vita corretti? Si chiama Stato etico e totalitario. La libertà di un popolo non si misura solo dai suoi metodi più o meno democratici, ma anche dal rispetto delle libertà fondamentali degli individui. Una norma liberticida, anche se votata da una maggioranza parlamentare, resta liberticida... Volete tassare le bibite? fatelo. Volete tassare i panataloni rossi? Fatelo. Ma non diteci che è a nostra tutela.

Rivendico il diritto alla panza. Rivendico il diritto alla libertà del personalissimo piacere e del gusto. Rivendico financo il diritto di vivere meno in virtù di un mio stile di vita clinicamente considerato non perfetto. Sì il cuoco rivendica banalmente il diritto ad essere Libero.

Qualcuno sostiene che i costi sanitari sarebbero il fine della norma punitiva. Ma vi rendere conto dell’assurdità? E della china che così prendiamo. Se uno stato decide il mio menù in funzione del costo sociale che si verificherebbe non seguendolo, dove si fermerà? Lasciamo perdere sigarette, alcol e droghe. Ma perchè non obbligare a fare? Che so una salutare passeggiata. O almeno venti giorni all’anno passati o al mare o in montagna per gli under 10 anni. O ingerire 300 grammi di verdura o frutta al giorno. O andare a letto con la propria moglie con frequenza stabilita per fascia di età e dopo visita dal medico (sportivo?). Potremmo indicare la pericolosità di certe letture. Ad esempio un governo di centro destra potrebbe obbligare gli ediori ad apporre una fascetta su tutte le edizioni del Manifesto del Partito comunista di Marx con su scritto: Le idee di questo libro hanno portato alla morte di milioni di cittadini, con corredo di foto in bianco e nero. I copy si potrebbero sbizzarrire su molti altri testi, potenzialmente pericolosi. Secondo il giudizio di chi? appunto. Secondo quello del ministro Balduzzi e Ornaghi oggi. E domani di qualcun altro.

In questo scenario è favolosa la dichiarazione del capo della lobby delle grandi marche in Italia. Luigi Bordoni. Fa una dichiarazioncina di poche righe di aria fritta in cui dopo aver riconosciuto la bontà del governo Monti, ricorda come la manovra sia depressiva e non migliori la salute degli italiani. Bordoni si faccia dire: Una lobby che si rispetti ci inonda di numeri. Quanto pagano di tasse i produttori di bevande. Quanti dipendenti hanno. Quanto valgono sul Pil italiano. Quando si ridurrebbe il loro fatturato per la tassa. Cosa succede negli altri paesi del mondo. Quanto fa male lo zucchero. Quali studi ci sono. Insomma diavolo, facciano la lobby.

Per fortuna libertà economica e libertà civili vanno a braccetto. E l’una è contenuto dell’altra. Se ho un passaporto (libertà civile) ma non la possibilità di esportare o cambiare valuta (libertà economica) non sono libero. E viceversa.

La Coca Cola company non ha bisogno del nostro aiuto: è potente abbastanza per saper badare a se stessa. Noi difendiamo un principio, che non è quotato a Wall Street, ma è molto più prezioso.

(tratto dal blog di Nicola Porro)

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