Conte "minaccia" la Schlein: "Se chiama Meloni..."

Clima rovente tra Pd e M5s dopo la rottura in Puglia: ecco il nuovo affondo del leader grillino

Conte "minaccia" la Schlein: "Se chiama Meloni..."
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Altissima tensione tra Pd e M5s dopo la rottura in Puglia. Il futuro dell'asse giallorosso è a dir poco traballante e le ultime esternazioni di Giuseppe Conte gettano benzina sul fuoco. Ospite a Corigliano, in provincia di Cosenza, il leader grillino si è soffermato sulla crisi in Medio Oriente e, dopo le solite parole di rito sulla necessità di un cessate il fuoco a Gaza, ha lanciato un messaggio alla quasi/ex alleata Elly Schlein:"Non c'è nulla da condividere se Schlein chiama la Meloni. Adesso è importante che ci sia da parte di tutta la comunità internazionale la grandissima determinazione a evitare qualsiasi iniziativa tra reazioni e controreazioni che possano far deflagrare la già incerta situazione del quadrante mediorientale. Per questo, il cessate il fuoco è più prioritario che mai".

"Non c'è nulla da condividere". Queste le parole scelte dall'autoproclamato avvocato del popolo. Il riferimento è alla nota diffusa dalla segretaria dem sull'attacco dell'Iran in Israele: la Schlein ha evidenziato di aver sentito il premier Meloni per "esprimere tutta la nostra preoccupazione e offrire collaborazione nell'interesse dell'Italia". Nessun inciucio, nessun accordo sottobanco, ma un gesto da opposizione responsabile. Parole probabilmente sconosciute in casa 5 Stelle, considerando la campagna strumentale firmata da Conte e compagnia.

Il clima è rovente, è lapalissiano. E non potrebbe essere altrimenti dopo la mossa grillina di rompere con Emiliano in Puglia e di ritirarsi dalle premier del centrosinistra a Bari. In un'intervista alla Stampa, Conte ha definito"meschine" le accuse di opportunismo e sciaccallaggio nei confronti del Movimento, rimarcando che c'è un'ampia fascia di elettori che non v più a votare: "La possiamo mobilitare solo mostrando rigore e sensibilità per la legalità e l'etica pubblica, non semplicemente facendo appelli all'unità e invocando ammucchiate". Al momento il rientro nella giunta Emiliano non è all'ordine del giono, ma non solo. La strada per un'alleanza strutturale è in salita tra scambi di accuse e divergenze sui principali dossier politici, a partire dalle crisi internazionali.

Sempre da Corigliano, Conte è tornato a parlare di Bari e dell'importanza della sfida, a suo avviso anche a livello nazionale. Giuseppi ha invocato un segnale di forte rinnovamento: "Tra i candidati espressi dalle parti civiche della comunità è venuto fuori un candidato (Michele Laforgia, ndr) che subito ci ha convinto. Vedremo quello che succederà nelle prossime ore". Incalzato dai cronisti presenti, Conte ha colto l'occasione per bocciare il Ponte sullo Stretto, annunciando la sua visita a Messina:"È evidente, mano mano che si procede, come i progetti sin qui acquisiti non siano stati realmente aggiornati. Quindi tutte le valutazioni, di carattere ingegneristico, trasportistico e ambientale, necessitano di una più accurata verifica. Ed è questo che sta emergendo".

Il padre del superbonus - misura che ha sfasciato i conti del Paese - non ha dubbi: è assurdo concentrare così tante risorse su una singola infrastruttura, quando sono tutte le infrastrutture viarie della Sicilia e della Calabria che dovrebbero essere migliorate. Per Conte "è importante questo prima di concentrare tutte le risorse su una singola soluzione". Un buon motivo per continuare con il piano.

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