"Controlli sui conti correnti". L'Agenzia delle entrate prepara la stretta anti-evasione

Il direttore dell'Agenzia delle Entrate spiega la nuova strategia anti-evasione fiscale: "Via ai controlli incrociati sui conti correnti". E il governo tende la mano ai contribuenti: in arrivo 3 milioni di avvisi bonari

"Controlli sui conti correnti". L'Agenzia delle entrate prepara la stretta anti-evasione
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Controlli incrociati sui conti correnti, incremento dei servizi telematici e accelerazione dei rimborsi. L’Agenzia delle entrate, per voce del suo presidente Ernesto Ruffini, dà il via libera a una stretta sul fisco. L’obiettivo è presto detto: contrastare l’evasione fiscale e incassare 57 miliardi tra il 2023 e il 2025, con un aumento di 2,8 miliardi rispetto al triennio precedente. Il direttore del Fisco Ernesto Ruffini, in una intervista al Corriere della Sera, spiega che sono già iniziate le prime estrapolazioni per intercettare gli evasori con residenza fittizia all’estero ma che hanno conti correnti in Italia.

La stretta sui conti correnti

"Abbiamo spostato l’asticella in alto – assicura Ruffini - E non mi riferisco al contrasto all’evasione. Il nostro lavoro sarà valutato anche e soprattutto sull’incremento dei servizi telematici, sulla accelerazione dei rimborsi, sul contenzioso". L’obiettivo, recuperare 2,8 miliardi dall’evasione fiscale entro il 2025, si deve a un grosso cambio di paradigma.“Abbiamo recuperato capacità operativa, grazie a un ambizioso piano di reclutamento di 11 mila funzionari. A fine 2022 – ricorda il direttore dell’Agenzia delle entrate – eravamo sotto organico del 40%”.

La nuova strategia dell’Agenzia, un mix di controllo incrociato dei conti correnti e di nuovi incrementi tecnologici, è già partita. «Le prime estrapolazioni - assicura Ruffini - riguarderanno il 2017 e consentiranno di individuare, ad esempio, i soggetti che avevano grandi movimentazioni sui propri conti correnti ma non hanno presentato la dichiarazione dei redditi»

Il nuovo obiettivo

Nel 2022 l’Agenzia ha recuperato la cifra più alta di sempre: 20,2 miliardi di euro, a fronte di una evasione fiscale di cento miliardi all’anno. E già quest’anno recupererà 1,3 miliardi in più rispetto a quanto previsto nella scorsa convenzione. Ora il governo Meloni chiede di ottenere il 15 per cento in più. L’obiettivo a lungo termine è ambizioso: incassare 57 miliardi nei prossimi due anni. Gli strumenti messi in campo, come spiega Il Messaggero, sono tra i più avanzati: big data, automatismi e intelligenza artificiale. Si punterà sia sulla qualità dei controlli, attraverso selezioni più mirate dei contribuenti a maggiore rischio di evasione, sia sulle analisi per verificare il “tax gap” sulle varie imposte.

"Ora, il nuovo obiettivo alza l’asticella di circa il 15% - sottolinea Ruffini - È presto per fare previsioni, anche perché solo a maggio abbiamo completato le attività richieste dal Garante per la privacy per assicurare il corretto utilizzo dei dati personali". Un’attività che, come spiega lo stesso direttore dell’Agenzia, permetterà di intercettare i soggetti con residenza fittizia all’estero con conti correnti “nel nostro Paese”.

La mano tesa ai contribuenti

Ovviamente, la reazione dura contro gli evasori non esclude una mano tesa ai contribuenti. Un cambio di prospettiva per scardinare lo "Stato vessatorio" e aiutare i contribuenti italiani. Il primo passo verso questa direzione sono le lettere “compliance”, gli avvisi bonari che il fisco invia ai cittadini per informarli di errrori nelle dichiarazioni presentate e per invitarli a mettersi in regola.

Il piano, secondo quanto riporta Il Messaggero, è già pronto: Il Fisco invierà nei prossimi due anni ben tre milioni di lettere l'anno, e conta di incassare in questo modo sei miliardi di euro in tutto.

La novità, contenuta nella convenzione triennale firmata dal vice ministro dell'Economia, Maurizio Leo, fa emergere l’unica volontà del governo di centro destra: creare un rapporto più collaborativo tra Fisco e contribuenti.

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