Di seguito alcuni stralci del libro di Marinella Bandini «Ma fa caldo con la tuta bianca?» (Edizioni Tau) che in dieci capitoli ripercorre l'inizio del pontificato di Papa Bergoglio, attraverso lo sguardo incantato e ingenuo dei più piccoli. Colpiscono soprattutto le tante domande dei bimbi che l'autrice, cronista del «Giornale», ha raccolto nel capitolo finale del volume.
«Ma fa caldo con la tuta bianca?» si è chiesto Matteo quando ha visto Papa Francesco affacciarsi su Piazza San Pietro. Era il 13 marzo 2013. Quella domanda dà ora il titolo al mio libro che in dieci capitoli ripercorre l'inizio del pontificato attraverso lo sguardo dei più piccoli. Una sorta di «Io speriamo che me la cavo» in salsa vaticana. Il racconto è caratterizzato da «quella spontanea meraviglia davanti alle cose che accadono» scrive nella prefazione Lucio Brunelli, firma del Tg2 ora direttore dell'informazione di Tv2000. Non è un libro «per bambini», ma «dei bambini» e anche per i grandi che vogliano ascoltarli. Liberi dai «retroscena», riescono a cogliere più immediatamente l'essenza; così il «buonasera» di Francesco non è appena simpatia: «É socievole perché fa tante cose belle e parla sempre di Dio». A caratterizzare i bambini sono le domande, tantissime, che sono state raccolte nel capitolo finale. Ecco di seguito alcuni stralci del libro.
I bambini interpretano la rinuncia di Benedetto XVI
(...
) «Il Papa quello nuovo è venuto perché quello vecchio aveva 86 anni. Allora se ne andò via. E venne quello nuovo». Semplicemente
Federico. «L'altro non riusciva più a fare il Papa quindi l'ha detto, se no lo faceva male».
L'attesa della prima uscita di Papa Francesco
(
...) «Il Papa Francesco, quando è stato eletto, abbiamo dovuto aspettare un'ora intera perché era preso dall'emozione. Passava il tempo e mi annoiavo, ma quando si è inchinato è successo IL DELIRIO!!!!!!!!». E qualcuno si chiede
«Perché ci hai messo un'ora a uscire dal balcone?»
Le impressioni sul Papa
A prima vista
«è molto buono e si capisce dalla sua faccia». (
) «Io non ho fatto caso alle parole che hai detto
ma ho visto nei tuoi occhi tutto il tuo amore». (
) Il nuovo papa «
non aveva un nome, come per esempio Pio, ma il nome del Papa era Francesco». (...
) Secondo Edoardo, il Papa «è stato molto bravo per aver scelto un nome che nessuno aveva mai usato facendo capire che lui non vuole copiare gli altri e vuole essere unico».
La povertà che sgomenta
«L'associazione tra il nome Francesco e la povertà è immediata. (
) «Mi è piaciuto molto il tuo nome - dice Giorgia - perché ha un profondo significato. Pensando al papa Francesco mi viene in mente la semplicità e la povertà. È proprio un buon papa». (...
) Nota Serena: «Ha rifiutato l'anello d'oro per prendere quello argentato, e la macchina, per continuare come sempre a prendere il bus, ma anche altre cose. Io credo che abbia fatto questi rifiuti perché vuole rispecchiare l'umiltà presente in Gesù».
Lo stile che fa breccia
(...) «La cosa che più mi ha colpito è che ha fatto pregare più di 10.000 persone a San Pietro». (
) In realtà, protesta Antonio, «il papa Francesco non si doveva inchinare, eravamo noi che ci dovevamo inchinare ma lui ha voluto inchinarsi». (
) È il contatto con le persone a colpire più di ogni altra cosa in Papa Francesco (
). Francesco: «Quando uscì era emozionato e quando si affacciava rideva sempre, scendeva a razzo e cominciò a baciare tutti belli e brutti». (
) «gli altri anni gli angelus mi sembravano noiosissimi ma con lei li preferisco ad una partita! Come fa a farmi improvvisamente appassionare agli angelus?».
Le domande
Ma più dei pensieri, spiccano le domande rivolte dai bambini a Bergoglio, quesiti spontanei e sorprendenti sulla quotidianità. A partire dal momento dell'elezione: «Come hai saputo che eri Papa?» e «Secondo te posso diventare Papa?», oppure «Quando sei stato eletto eri felice o triste?» e semplicemente «Ti piace essere Papa?». E solo un bimbo avrebbe potuto trovare il coraggio di chiedere: «Cosa hai provato quando tutti ti hanno applaudito perché avevi detto semplicemente Salve a tutti?» oppure «Ma tu cosa fai tutto il giorno?». Proprio la vita di tutti i giorni è al centro della curiosità dei piccoli: «Hai una camera o stai insieme a qualcuno?», «Ma tu hai un cane?»,«Dormi sempre col pigiama bianco?», «Ma tu cucini?» e «Tu che canale vedi?». Immancabili i quesiti sugli animali: «Qual è il tuo animale preferito?». E naturalmente le domande irriverenti: «Perché hai quel cappello in testa?», «Perché hai rinunciato a delle cose che per me sembrano importanti?». E ovviamente incuriosce l'amore del Papa per il calcio. Infine c'è il capitolo delle domande filosofiche, le più toccanti: «Io gli vorrei chiedere: una pista, un telefono ma da grande, poi vorrei pace e felicità». E poi: «Ti vorrei chiedere di aprire le porte della pace a tutti» e «Riuscirai a far finire le guerre? Riuscirai a portare l'amore?» oppure «Se lo incontrerei gli direi di andare in Africa a dare una mano ai poveri, ma soprattutto Forza Lazio!». «Gli chiederei di aiutare i bambini poveri e di proteggere la mia famiglia compreso i gatti», chiede un altro.
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